50. Ritratto di un allievo (Ritratto), 1951, olio su tela, cm 76 x 60, firmato e datato in alto a sinistra: “ A. Catarsini/ 1951”.

Al verso: talloncino con iscrizione a matita dell’autore e timbro con autentica di A. Mistrangelo (Registro n. 59).

Il ritratto è stato probabilmente realizzato nel nuovo studio che il Comune aveva assegnato a Catarsini nei sottotetti di quella che oggi è la Villa Museo Paolina Bonaparte, dove il pittore dipingerà fino alla sua scomparsa.

Il palazzo nel quale aveva il vecchio atelier, infatti, dovette essere abbattuto a causa dei danni patiti durante la guerra. In questo luogo, oggi sede del suo archivio e custode dei suoi attrezzi da lavoro, l’artista si rifugiava per comporre figure, nudi e nature morte, dipingendo e disegnando, esplorando nuove forme e tecniche della rappresentazione, quali quelle del Simbolismo meccanico.

Alle varie esposizioni di questi anni così significativi per l’arte italiana, egli presenziò però con opere figurative più tradizionali, paesaggi o quadri di figura, seppur segnate da un neorealismo fortemente espressivo, riservando le sperimentazioni per una dimensione più intima e personale, condotta fra le pareti del suo studio, in quel microcosmo che costituì il luogo d’elezione per la sua ricerca e dell’essenza strutturale più profonda e segreta della propria arte.

In questo olio è particolarmente curato l’aspetto compositivo, sostanziato da una costruzione spaziale solida, impostata sulla verticale che separa la parete di fondo da quella laterale e sulle oblique del tavolino a sinistra.

Su di esso si appoggia il braccio del giovane allievo che si protende lungo una diagonale che taglia il campo visivo dal basso a destra verso l’alto a sinistra.

In direzione opposta e fuori campo è rivolto lo sguardo un po’ imbronciato del ragazzino, che appare svogliato e pensieroso.

Salde linee di contorno, profilate a pennello, racchiudono i campi di colore, definendo le solide forme della figura con pennellate ancora costruttive e un registro cromatico luminoso, giocato sull’equilibrio tra i toni caldi della parete, dei capelli e dell’incarnato e il verde brillante del gilet dell’anonimo protagonista.

Esposizioni recenti:

Milano, Museo di Milano, Alfredo Catarsini, 1988

Torino, Piemonte Artistico e Culturale, Alfredo Catarsini, 1989

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