PERCORSO DA LIDO DI CAMAIORE A VIAREGGIO
Lido di Camaiore si è sviluppata soprattutto dai primi del ‘900, precedentemente era un luogo silenzioso e tranquillissimo abitato da pochi solitari e da greggi di pecore e mufloni. A partire da quegli anni si concretizza infatti l’idea di una “città lineare-turistico-balneare” attraverso la costruzione dei viali a mare. Intanto da Viareggio, che dall’’800 aveva conosciuto un forte incremento edilizio cominciò ad arrivare una parte della borghesia alla ricerca di nuovi spazi più liberi, più tranquilli. Vi trovarono ameno rifugio i pittori Plinio Nomelli e Galileo Chini: è celebre una lettera di Nomellini datata 31 dicembre 1907, in cui il pittore invita l’amico Galileo Chini all’acquisto della “Pineta” dove sarà edificata la sua amata “Casa delle Vacanze”. Il disegno del nuovo insediamento è semplice: la zona dunale con gli stabilimenti balneari, un viale a mare e una fascia di isolati da destinare ad alberghi e a villini. Gli isolati sono alternati da strade di accesso al mare e dalle piazze. Ai primi del secolo scorso uno dei pochi edifici esistente era la bella Villa del Senatore Rolandi Ricci ora trasformata nell’Hotel Ariston, una sorta di castello sul mare. Oggi Lido di Camaiore è una località balneare molto frequentata d’estate e un luogo ancora silenzioso in inverno. Ha un bellissimo pontile inaugurato nel 2008 che, a differenza degli altri due, ospita un bar ristorante col panorama su mare e montagne.
ARRIVO ALLA PASSEGGIATA DI VIAREGGIO
Provenendo da Forte dei Marmi e attraversata la Fossa dell’Abate arriviamo Viareggio, città natale di Alfredo Catarsini.
Appena superata la Fossa dell’Abate sulla sinistra, percorrendo il viale L. Einaudi fino alla Via Aurelia si trova la Cittadella del Carnevale. Inaugurata nel 2001 ospita gli enormi hangar dove si costruiscono i giganteschi carri che hanno reso il Carnevale di Viareggio famoso nel mondo. Nel 2023 si sono festeggiati i primi 150 anni di vita della manifestazione. Nel grande spazio si trovano anche due Musei sulla storia della cartapesta e del Carnevale.
Dopo la “Città giardino” si arriva alla piazza Puccini dove, all’incrocio con il viale Buonarroti, troviamo la villa di Giacomo Puccini, costruita fra il 1919 e il 1921, ultima casa in cui in grande compositore abitò. Proseguendo si raggiunge il nucleo storico della famosa Passeggiata viareggina, che ancor oggi, nonostante alcune intrusioni architettoniche più tarde, conserva una quantità di edifici e di decorazioni che risalgono al periodo d’oro della città.
Era l’epoca in cui per il bel mondo era quasi un obbligo venire a Viareggio, che la piacevolezza del vivere, la bellezza del mare e dei monti e gli intrecci culturali e mondani rendevano uno dei luoghi più ambiti d’Europa. Vi si incontravano i più famosi divi dell’epoca: Francesca Bertini, Eleonora Duse, Maria Melato, Petrolini e Totò, e scrittori italiani e stranieri: Gabriele D’Annunzio, Luigi Pirandello, Grazia Deledda e Rainer Maria Rilke. E poi artisti e musicisti, come Galileo Chini che con le sue ceramiche aveva decorato i più begli edifici della Passeggiata, e Giacomo Puccini, innamorato del lago e di Viareggio, e ancora personaggi della cultura e della scienza, tra cui spiccava Guglielmo Marconi, e la nobiltà, italiana e mitteleuropea: il Duca degli Abruzzi, il Duca Salviati, Il Marchese Cavalcanti e il Conte di Torino, e poi ereditiere newyorkesi ed esotici personaggi mediorientali.
La vivacità della vita viareggina si rispecchiava nelle costruzioni, molte delle quali possiamo ammirare ancor oggi. Il primo edificio interessante che si incontra sul Viale Carducci è il Grand Hotel Principe di Piemonte, già Select, progettato nel 1922 dall’ing. Goffredo e modificato nelle attuali linee nel 1925. Presenta un’interessante struttura “a cerniera”, con i due fronti collegati dal corpo d’ingresso cilindrico, che richiama l’Hotel Carlton di Cannes, è stato ed è l’albergo preferito dal bel mondo. Sul lato opposto della piazza, intitolata al grande compositore Giacomo Puccini, è l’Hotel Excelsior, progettato e realizzato dall’architetto Alfredo Belluomini negli anni 1923-25, abbellito dalle ceramiche della Manifattura San Lorenzo di Galileo Chini e da un affresco di soggetto marino del pittore Domenico Ghiselli. Sullo stesso lato della piazza, all’incrocio con il retrostante viale Buonarroti, troviamo la villa di Giacomo Puccini, costruita fra il 1919 e il 1921, ultima casa in cui in grande compositore abitò.
Proseguendo per il viale Carducci, all’angolo con via Giusti troviamo il Villino Brunetti, conosciuto come Villino Amor omnia vincit, dalla bellissima decorazione ceramica sempre della Manifattura Chini, con putti neorinascimentali che sorreggono ghirlande di fiori. Lo fronteggia l’Hotel Imperiale, progettato dall’architetto lucchese Gaetano Orzali, quasi un grande chalet svizzero dipinto di azzurro con l’ingresso su via Giusti. Tornando sul viale Carducci si trovano i villini Chizzolini, l’uno di fronte all’altro, anch’essi progettati da Gaetano Orzali, poi, all’angolo con via Saffi, è l’Hotel Villa Tina, del 1927-28, con una loggia sul mare chiusa da una bella vetrata multicolore della ditta De Matteis di Firenze. Sul lato opposto della strada si erge l’imponente mole del Grand Hotel Royal, che segna lo skyline viareggino con le torrette gemelle aggiunte durante la ristrutturazione del 1926. Anche questo albergo era frequentato dal bel mondo dell’epoca: Donna Franca Florio, la Regina Margherita, i principi di Savoia, il Conte di Torino, Pirandello e Marta Abba, e più tardi anche il grande poeta Pablo Neruda. Nei suoi ampi saloni nel 1930 fu organizzato da Leonida Repaci il primo Premio Viareggio. Oltre l’Hotel Royal, dove adesso è un grande edificio bianco, si trovava il Kursaal, uno degli edifici più interessanti della Passeggiata: l’unicità architettonica, l’insieme di stili che lo componevano, le terrazze sul mare e i giardini lo resero subito uno dei luoghi più amati e frequentati del lungomare. Al suo interno si trovava un casinò e una grande sala da ballo, e poi caffè, ristoranti e persino un pattinaggio; vi si tenevano concerti, grandi ricevimenti, spettacoli teatrali e importanti mostre d’arte, tra cui le famose Mostre Estive alle quali prese parte, dal 1934 al 1939, anche Alfredo Catarsini, insieme ai grandi nomi della pittura dell’epoca, tra cui Plinio Nomellini, Moses Levy, Galileo Chini, Mario Carlesi, Lorenzo Viani e Primo Conti.
Poco oltre è la Villa Rospigliosi-Cerpelli, del 1907, dalle linee semplici e pulite e dall’insolita copertura a tegole in ceramica verde, seguita da una serie ulteriore di ville e villini di stampo eclettico, che ci riportano in quell’atmosfera dei primi ’900, fra cui spicca l’hotel Palace, ristrutturato nelle forme attuali nel 1922 da Alfredo Belluomini, con un bell’impianto classico con lesene, timpani e balconcini. Proseguendo verso piazza Mazzini si incontrano il villino con il motto d’annunziano Memento Audere Semper, poi il Villino Flora, del 1912, con pannelli ceramici di Chini dal gusto secessionista, e il villino Domenici del 1920.
A un solo isolato da piazza Mazzini è la nascosta via D’Annunzio; percorrendola, lasciandosi il lungomare alle spalle, si incontrano alcuni dei più interessanti edifici Liberty di Viareggio. Il primo è il delizioso villino De Angelis, conosciuto come Il Guscio, costruito nel 1914. All’angolo con viale Buonarroti troviamo il Villino Tomei, oggi Matteucci, progettato nel 1915 e decorato da meravigliosi pannelli Chiniani raffiguranti putti reggi festoni alternati ad altri a motivi geometrici, che fronteggia, sul lato opposto della strada, il fantasioso e orientaleggiante Villino Nistri del 1912-13. La piazza Mazzini, che segue, è chiusa verso monte dal Palazzo delle Muse, del 1861, oggi sede della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Lorenzo Viani.
Al piano terra, in una sala della Biblioteca Civica, è allestita la tappa del Cammino con l’esposizione di una selezione di opere della donazione che i figli di Alfredo, Mity e Orazio Catarsini, fecero al Comune di Viareggio nel 2001.
Superata la piazza, sul lato mare è notevole il Bagno Martinelli, del 1930, con una cupola a squame rosse e bianche e una decorazione, realizzata in cemento color sabbia, che rappresenta pesci, meduse e cavallucci marini; più oltre è l’ingresso del bagno Balena, con un maestoso arco moresco decorato con grandi occhi ceramici che richiamano pietre semipreziose.
Sul lato monte invece incontriamo altre numerose ville dai caratteristici decori ceramici. Villa Sofia, ora Tolomei, l’Hotel Liberty, l’Hotel London e Villa Crastan Arrighi. Al termine dell’isolato successivo, l’Hotel Plaza chiude la quinta costruita per lasciar spazio alla grande Piazza D’Azeglio. Di fronte alla Piazza si trova uno degli edifici più belli dell’intera Passeggiata, il Gran Caffè Margherita, realizzato da Alfredo Belluomini e Galileo Chini, dalle linee vagamente orientali.
Il Gran Caffè Margherita è stato per molti anni un importante punto di ritrovo per intellettuali ed artisti dell’epoca. Tra tutti ricordiamo il grande Giacomo Puccini che nel 1919 si era trasferito in città dove lavorò alla sua ultima opera “Turandot”, purtroppo non terminata a causa della sua morte. Per ricordare il compositore nel 1949 fu apposta una targa in suo onore e oggi davanti all’ingresso è una statua di bronzo. In tempi più recenti il locale è stato sede di eventi e di mostre d’arte, Catarsini vi ha tenuto mostre personali ed ha animato molte iniziative culturali anche nel periodo di Carnevale e organizzato incontri tra intellettuali, grazie alla sua amicizia con il musicista Michele Orselli che si occupava del locale. Orselli, lucchese, di alcuni anni più vecchio di Catarsini, violoncellista elegante e colto, ha legato la sua vena compositiva al carnevale di Viareggio fin dal 1923, e ha lasciato una impronta indelebile in città: sono suoi gli “squilli” di tromba che segnalano l’inizio e la fine del corso mascherato. Oggi gli splendidi saloni ospitano un ristorante e un caffè, mantenendo l’atmosfera che da sempre lo caratterizza, e una libreria.
Accanto al Gran Caffè Margherita si trova l’unico edificio ligneo rimasto a Viareggio della vecchia Passeggiata dei primi del ’900, lo chalet Martini, quasi un piccolo chalet svizzero, e poco oltre l’edificio del Duilio 48, del 1927, così denominato perché all’epoca tutto quel che vi si vendeva costava 48 centesimi; particolarmente bella è la grande finestra a “farfalla” del primo piano.
Alle spalle di piazza d’Azeglio se ne apre un’altra, più piccola: è Piazza Shelley, dove una statua onora la figura del grande poeta inglese Percy B. Shelley, il cui corpo fu ritrovato nel 1822 sull’arenile di Viareggio, dopo il tragico naufragio dello schooner Ariel, che da Livorno rientrava a San Terenzo, vicino a Lerici, dove il poeta viveva. La piazza è chiusa da un elegante edificio dalle semplici linee neoclassiche, Villa Paolina, voluta nel 1822 dalla sorella di Napoleone, Paolina
Bonaparte; oggi il palazzo ospita i Musei Civici, e nelle sue soffitte si trova l’atelier dove Alfredo Catarsini ha lavorato dal secondo dopoguerra fino alla fine della sua vita. Lo studio, dall’atmosfera sospesa che sembra ancora attendere l’artista, conserva documenti, disegni, tavolozze, colori e ricordi.
Dopo la visita all’atelier il percorso prosegue fino al canale Burlamacca. Di là ha inizio la Viareggio dei cantieri, dei pescatori e della gente di mare, tanto amata da Catarsini, che scriveva: “Della mia città amo soprattutto quell’atmosfera popolare tipicamente viareggina, marinaresca, amo le sue darsene che ho dipinto dalla mia prima giovinezza fino ai giorni nostri, amo i suoi colori talora pieni di luce esaltati dal sole vigoroso versiliese.”