Il primo romanzo di Catarsini, è ambientato nella terribile estate di 80 anni fa, 1944, quando Catarsini insieme a tanti altri concittadini fu sfollato da Viareggio e quando Versilia e Lucchesia furono teatro di stragi di innocenti. Il romanzo racconta in particolare quell’estate del 1944, le uccisioni la vita di chi aveva scelto l’azione con la lotta partigiana e di chi invece subiva inerme ogni genere di atrocità.
80 anni ci separano dalle stragi di Sant’Anna di Stazzema, di Pioppetti e della Certosa di Farneta come dalla più piccola, ma non per questo meno atroce, rappresaglia dell’8 settembre 1944 nella chiesa di San Martino in Freddana.
Oggi quei terribili giorni sono testimoniati dai pochissimi superstiti rimasti in vita ma, attraverso i testimoni di seconda generazione, i documenti, gli archivi multimediali , i podcast e le trasmissioni video e audio, i testimoni oculari possono essere indirettamente presenti a diffondere la loro memoria evitando l’oblio.
…. Anche Alfedo Catarsini spiega bene che i più, in realtà, non scelsero. Fu la geografia a decidere per loro: chi stava nel sud già liberato fu felice di rimanervi, chi stava al nord si sottomise alla neonata Repubblica Sociale I in attesa della immancabile (pag.9)
…. Chi viveva nella fascia di mezzo – al fronte, come in questo bel romanzo – dipendeva spesso dal caso e dalle circostanze. Solo una minoranza decise di schierarsi attivamente da una parte o dall’altra. (pag. 10)
… Scritto nel 1970, molto prima che la storiografia delineasse più correttamente gli eventi della guerra civile, il libro di Alfredo Catarsini centra l’obiettivo di raccontare la tragedia di una lotta crudelissima fra uomini che, fino a poco prima, erano vissuti in pace e in vicinanza. E’ una storia di partigiani, fascisti, tedeschi, e soprattutto sfollati, povera gente che la guerra ha privato di ogni cosa, sicurezze, cibo, case, padri, figli. Giorni neri è la versione narrativa, e quindi tanto più suggestiva, del magnifico saggio di Miriam Mafai, Pane nero, uscito nel 1987. (pag. 11).
…. Catarsini era un pittore, un eccellente pittore, e adesso scopriamo che era anche uno scrittore capace di raccontare i giorni orribili della guerra civile con maestria. Nella nota introduttiva si chiede se è riuscito “a dare un carattere proprio ad ogni personaggio”: ci è riuscito benissimo, delineando il carattere comune, cioè l’ostinata volontà di sopravvivere tra passioni, ricatti, tradimenti, paure, fame con cui fare conti ogni giorno (pag. 11)
“Pennellate di scrittura rapide e sicure”, prefazione di Giordano Bruno Guerri. Giorni neri edita da La nave di Teseo 2021