Madonna di San Martino, 1944-45 ca., carboncino su carta, cm 60 x 49.

La Madonna scende tra i Santi Martino e Paolino che le fanno ala, avanzando verso i fedeli. Sullo sfondo appare l’inedita visione delle case distrutte dai bombardamenti, una sorta di Gerusalemme celeste drammaticamente attualizzata nella Versilia del tempo, in una visione apocalittica di case distrutte, di una città dilaniata le cui vie sono attraversate da carri armati e sopra la quale il pittore aveva immaginato, nel bozzetto preparatorio, aerei in volo e sagome bianche di paracadutisti, poi sostituiti nella versione finale da candide figure volanti.
Per gli abitanti di San Martino, l’affresco fu motivo di speranza e assunse un particolare rilievo simbolico e affettivo che contribuì a consolidare il rapporto di amicizia con l’artista.
Altri abitanti del villaggio posarono per i disegni preparatori, come l’impiegato dell’ufficio postale, ritratto nei panni vescovili di San Martino. Il figlio Orazio è il giovane che compare a sinistra, nel gruppo laterale dei tre fanciulli stretti in preghiera che rivolgono a Maria sguardi pieni di speranza, davanti ad un albero rigoglioso dalle foglie verdeggianti. All’estremità opposta della composizione si osserva, davanti a una pianta rinsecchita rinsecchito, una famiglia di sfollati con le loro masserizie. In questo gruppo, l’inserviente del parroco posò per la figura della donna seduta in basso a destra.
Il crudo realismo e i riferimenti storici della visione collocano con chiarezza l’opera nelle circostanze in cui fu realizzata e contrastano con la serena immagine della celestiale Madonna levitante, che avanza a piedi scalzi, elegante e dolcissima, scendendo con amorevole sollecitudine tra i fedeli per consolarli delle loro sofferenze, accolta dai due santi. La chiesa divenne meta delle visite dei paesani che si riconobbero in quest’immagine, che contrappone la disperazione del momento e la speranza di un intervento salvifico, affezionandosi a questo singolare affresco che l’autore firmò con orgoglio. La dialettica tra timore e speranza è ben sottolineata anche dai colori luminosi che si oppongono e si equilibrano, attraverso un uso sapiente dei contrasti cromatici.

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