Vecchio cantiere (Cantiere), 1952, olio su cartone, cm 34 x 24, datato e firmato in alto a destra “1952/ A. Catarsini”. Talloncino al verso: “Firenze 2005/ Vecchio cantiere”.

Viareggio è sempre stato il luogo nel quale Catarsini ha mantenuto le proprie radici, l’inesauribile fonte d’ispirazione che gli ha permesso di formarsi una cultura internazionale senza costringerlo a rinunciare alle proprie origini. Nelle darsene e nei canali della sua città egli ritrovava la sostanza autentica delle sue antiche emozioni. Qui, negli anni Trenta, aveva organizzato la prima asta di quadri, insieme ai suoi amici artisti, per sostenere la Lega Maestri d’ascia e Calafati nel lungo sciopero dei lavoratori. In questi luoghi sembra sempre rinnovare il suo spirito creativo perché la “darsena nella pittura di Catarsini trascina con sé nel tempo la riproposta di alcuni elementi che giocheranno poi un ruolo quasi sempre primario (…) la struttura della composizione, il segno linea determinante per direzione e incisività nella configurazione degli oggetti (…)”. (1)
In questo olio, datato al 1952, la salda costruzione compositiva è affidata ai profili degli edifici del cantiere navale e ai loro riflessi nell’acqua della darsena, rimarcati da scure linee verticali e orizzontali, mentre la definizione della profondità è affidata ai sapienti contrasti tonali dei colori più caldi o più freddi, dei gialli, degli arancio, degli azzurri, stesi seguendo lo stesso andamento degli edifici e che s’impongono sulle pennellate più agitate del cielo e su quelle più sommarie dell’acqua, lasciando trasparire il fondo della tavola.
L’autore sembra qui sfruttare la riflessione delle cose sullo specchio d’acqua per creare un evidente effetto di appiattimento bidimensionale nella parte inferiore del quadro, quasi a voler dissolvere la maggiore corposità dei volumi della parte superiore.

  1. Paloscia 2000, p. 34

Esposizioni recenti: Firenze, Alfredo Catarsini 2005; Forte dei Marmi, Esplorazioni 2021; Lodi, Riflessi sull’acqua 2024.