Case della vecchia darsena, 1935-39 ca., matita su carta, cm 23,5 x 35, scritta non del tutto leggibile in basso a destra: “193.” o “/93/”.

Fin dagli esordi, darsene, canali e barche sono tra i soggetti d’elezione della pittura di Catarsini, frequentemente caratterizzata dall’assenza di figure umane. In queste opere gli oggetti silenziosi si riflettono nell’acqua e le vedute si fanno malinconiche, mentre il trascorrere del tempo sembra arrestarsi nell’istante in cui la realtà si fa visione meditativa e poetica, seppur strutturata con sicurezza prospettica e spaziale.
Ciò è particolarmente evidente in alcuni suoi disegni, come in questo Case della vecchia darsena, databile alla seconda metà degli anni Trenta, che rivela chiaramente come alla base della sua ricerca formale vi sia la costruzione grafica, nei contorni delle case e nelle ombreggiature, con la piena consapevolezza della necessità di quella solidità strutturale grazie alla quale il colore potrà poi addensarsi nei dipinti, costruendo i volumi o farsi leggero diluendosi nei contrasti tonali.
In questi anni, l’autore espone frequentemente quadri di figura, autoritratti e vedute viareggine alle mostre sindacali, sia locali sia regionali e nazionali, da Viareggio a Lucca, da Firenze a Napoli dove, nel 1937, alla Palazzina spagnola viene esposto un suo Cantiere, poi acquistato dal Ministro della Cultura Popolare, Edoardo Alfieri.

Esposizioni recenti: Lodi, Riflessi sull’acqua 2023.