Nudo rosso in poltrona, 1945, olio su cartone, cm 29 x 24, firmato e datato in basso a destra: “A. Catarsini/
1945”.

L’olio fa parte di una serie di opere di piccole dimensioni, dipinte spesso su cartone, che costituiscono con ogni probabilità il primo nucleo di quella produzione che, successivamente, verrà classificata dall’artista con il ter- mine “riflessismo”. I colori, tipici del periodo post-bellico, caratterizzano anche i paesaggi o le nature morte di questi anni. Anche la poltrona verde compare in molti suoi dipinti realizzati in atelier. Il quadro è stato dipinto nella sua soffitta di Palazzo Paolina, dove metteva in posa le sue modelle e amava giocare con la riflessione nei vetri dei quadri appesi alle pareti creando queste immagini caratterizzate dalle tonalità rossastre degli incarnati, dei blu intensi, dei viola e degli arancioni distesi attraverso pennellate separate e accostate di colore smagliante e luminoso. L’atelier è il microcosmo nel quale l’autore gioca con le sue opere, facendole interagire come puri pretesti creativi, intersecando o sovrapponendo la figura di un pesce con quella della poseuse distesa sulla poltrona. L’opera ci viene presentata come dipinta nella cornice posata sul cavalletto, forse riflessa nel vetro di un altro quadro, in un processo straniante, quasi un’originale mise en abyme nella quale il dipinto ne riflette altri simultaneamente assemblati. L’artista sembra ritrovare il piacere della pittura dopo essersi lasciato alle spalle il periodo della guerra e i doveri di un’arte ufficiale come quella del Cremona, che sta agli antipodi di un quadretto come questo, tanto nelle dimensioni quanto nel gusto della deformazione. L’antinaturalismo del colore, il sapore di una pittura di tendenza, aggiornata sulle dinamiche nazionali ed europee, rivelano non solo la voglia di novità, ma quasi la presa di coscienza delle proprie capacità creative e della forza che avrebbe potuto dispiegare se nel ventennio precedente avesse potuto guardare liberamente al più vasto panorama internazionale.
Catarsini, che a vent’anni non aveva potuto sottrarsi al fascino di una rivoluzione linguistica come quella futurista cercando di emanciparsi da Viani, alla Biennale veneziana del 1948 e poi alla mostra di Forte dei Marmi dello stesso anno, guarderà al Fronte Nuovo delle Arti, tra nuovo realismo e ricerche neocubiste, con la sincera necessità d’innovare, pur mantenendo saldo il legame con la tradizione toscana.

Esposizioni recenti: Forte dei Marmi, Esplorazioni 2021.