Composizione meccanica con figura femminile, 1970, tecnica mista su carta, cm 50 x 35, datato e firmato in basso a sinistra “1970/ A. Catarsini”; cartoncino applicato al verso del foglio, a penna: “Per la tua maturità classica/ A mia nipote Elena/ questo modesto messaggio/ dal nonno Alfredo/ 7mbre ‘971/ ACatarsini”.
Nell’arte di Catarsini, come si è detto, il principio di umanità è quasi sempre rappresentato attraverso la donna, divinità decaduta del mondo naturale e madre che ha generato un mondo che la imprigiona nei suoi ingranaggi. In questa creazione grafica, la sintetica figura femminile domina la composizione e spalanca le braccia, quasi volesse mostrare al mondo il frutto partorito, l’universo di segni geometrici che ha generato e che offre all’osservatore: un cerchio attraversato da otto raggi che fuoriescono dalla circonferenza. Altre strutture circolari ricompaiono nei seni, nello sfondo e in quelli esterni alla figura, compresi entro oblique convergenti o fasce triangolari più chiare o più scure che conferiscono profondità attraverso i mezzi toni della granulosità del colore.
In questo disegno confluiscono suggestioni surrealiste, il simbolismo di fondo del suo temperamento e la co- stante espressionista della sua immaginazione artistica.
Gli anni Settanta si aprono con un crescente interesse per la sua opera e le medaglie d’oro ricevute al Salon Babylon di Parigi del 1971 e il successo al VII Premio Uliveto Terme delle sue Composizione meccaniche.
Nella monografia a lui dedicata, pubblicata nel 1970 da Bugatti, Pier Carlo Santini scriveva: “(…) Oggi Catarsini esplora il mondo delle macchine: macchine arcaiche entro ambienti saturi di esalazioni e di fumosità: ruote, pulegge, bobine, volanti che si intravedono assorbiti entro segni enigmatici, o che risaltano improvvisi tra la materia corrotta e trasudante. E insieme a questi ordigni di destinazione incerta ma di destino assegnato vediamo emanazioni e raggi divergenti, con presenze e fluidi che contaminano l’aria e soffocano il respiro. È un modo, quello di Catarsini, di ribadire la solitudine dell’uomo soverchiato da quell’ingranaggio che ha creato con le sue stesse mani (…)”. (1)
- Santini 1970.
Esposizioni recenti: Viareggio, Alfredo Catarsini 1999; Forte dei Marmi, Esplorazioni 2021.