Simbolismo meccanico, 1970, olio su tela, cm 56 x 72, datato e firmato in basso a sinistra “1970/ A. Catarsini”. Al verso: timbro autentica e timbro dell’antologica di Palazzo Strozzi/ talloncino: “Simbolismo meccanico”/ talloncino della mostra di Borgosesia: “Elementi meccanici”/ a matita: “Composizione meccanica”.

Il dipinto è stato esposto, nel giugno del 1971, al Primo Concorso Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea di Borgosesia e, nel 1981, alla Mostra Antologica di Palazzo Strozzi a Firenze.
I primi anni Settanta vedono un crescente successo e un rinnovato interesse per la sua opera. Nel 1970, infatti, la casa editrice Bugatti gli dedica una monografia per la collana “Protagonisti dell’arte contemporanea” e, nel 1972, lo stesso editore presenterà le diverse fasi della sua produzione alla galleria Galleria d’Arte Internazionale di Firenze.
In questi anni, Catarsini si dedica alle Composizioni fantastiche, caratterizzate da forme inquiete sospese tra meccanica e natura. In queste opere, egli approda a una pittura dai toni sempre più evocativi e lirici, ingentilita da tinte calde che si accostano sulla tavolozza a quelle più rugginose e fosche che caratterizzano le parti metalliche. Egli sembra così voler esorcizzare il meccanismo interiorizzandolo e mutandolo in forme naturali e organiche, facendo scaturire dagli ingranaggi sistemi di connessioni quasi fisiologici e biomeccanici, creati per artificio pittorico.
L’artista viareggino non ha mai formulato proposte filosofiche, rifuggendo da certi schematismi tipici delle avanguardie e ha cercato di esprimere il proprio sentire attraverso la forma artistica, anche con opere nelle quali, soprattutto in questi anni, la tecnica si fa natura, i tubi mutano in rami e gli ingranaggi si fanno stelle luminose, in un universo fantastico nel quale vigono solo le regole dell’immaginazione figurativa.

Esposizioni recenti: Forte dei Marmi, Esplorazioni 2021.