Gasometri, 1955-60 ca., olio su tela, cm 40 x 60, firmato in basso a destra “A. Catarsini”.

Come tante altre città anche Viareggio ebbe un suo impianto per la produzione e l’erogazione del gas a uso pubblico e privato. Il gasometro viareggino, costruito nel 1908, fu gestito sino al 1943 dalla ditta milanese Rothenbach & C. per poi passare sotto il controllo municipale.
La struttura è oggi scomparsa e l’area dove sorgeva, a ridosso dell’Istituto del Sacro Cuore, i “Poveri Vecchi”, è oggi ridotta ad un anonimo parcheggio, ma i “cisternoni” del gas continuano a vivere nei ricordi di tanti via- reggini. (1)
Il gasometro compare anche in un altro olio del 1958, ora alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Viareggio e ad altri dipinti stilisticamente confrontabili con quello esposto in mostra, per il quale si può ipotizzare una datazione ai secondi anni Cinquanta.
Catarsini vaga alla ricerca di atmosfere da arcadia industriale, dei relitti di un passato prossimo nel quale si guardava con fiducia alla macchina. Il gasometro ora appare come un antico gigante che si difende dalla natura attraverso una muraglia, in una visione poetica ottenuta ancora una volta attraverso la bellezza dei colori, dei toni e delle sfumature dei verdi, dei gialli e dei blu saturi di luce; il complesso industriale sembra trasfigurarsi in una città medievale fantastica dove il reale si fa veduta fiabesca. Nell’accentuazione dell’espressività del segno e del colore trovano spazio i sentimenti dell’artista e la ricerca di un nuovo linguaggio, adatto a ritrovare la bellezza della poesia al di là della metamorfosi del paesaggio.
Nel silenzio di questa veduta immaginaria, le creature dell’uomo diventano magicamente elementi del paesaggio naturale, così come i tubi e gli ingranaggi dei suoi dipinti meccanico-simbolisti si fanno tronchi, rami e lampi di luce nel processo di naturalizzazione dell’artificio meccanico, che viene sublimato e purificato nella catarsi dell’operazione artistica.

  1. www.viareggiocomera.it