
IL CICLO DEGLI AFFRESCHI DI SAN MARTINO IN FREDDANA
In una intervista rilasciata nel 1991 l’artista novantenne racconta: “….Gli abitanti del paese, quando seppero che ero pittore decisero di approfittare del mio soggiorno là per chiedermi se abbellivo la loro chiesa, mi pagarono con un sacco di farina dolce, un sacco di fiore di farina bianca, olio, vino e qualche soldarello….e io li ritrassi tutti fra i personaggi degli affreschi, e ci feci anche mio figlio…”
Sono gli anni della Seconda Guerra Mondiale durante i quali molti viareggini lasciarono il litorale per sfollare nell’entroterra. Lo stesso fece Catarsini nel 1943, rifugiandosi nella piccola comunità di San Martino in Freddana assieme alla famiglia. Gli abitanti, nonostante il cruento periodo bellico, non si fecero sfuggire l’opportunità di fargli abbellire la loro chiesa. Una richiesta a dir poco singolare, considerando il momento e il grande impegno che quel lavoro richiedeva. Ma Catarsini accettò e affrescò nel catino absidale “L’Immacolata fra i santi Martino e Paolino” e altri due affreschi sulle pareti laterali: “L’incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo” e la “Cena in Emmaus”. Le pareti laterali sono separate dall’abside da un arco che sovrasta l’altare. Il pittore si recò molte volte a Firenze incurante dei notevoli rischi che il viaggio comportava, per poter acquistare le migliori materie prime. La chiesa divenne molto presto mèta di pellegrinaggio da parte della popolazione locale e degli sfollati e Catarsini scelse con cura le persone che avrebbero interpretato i suoi personaggi e le ritrasse, cogliendo la loro espressività per fissarla nella storia che intendeva rappresentare. E così la Madonna ha il volto di Renata la panettiera; san Martino è l’impiegato delle poste, il ragazzo ha il volto del figlio Orazio e san Paolino è il ritratto dello stesso Catarsini.
Gli anni tra il 1943 e il 1945 rappresentano il periodo più intenso e prolifico della produzione artistica di Alfredo Catarsi nella rappresentazione ad affresco di soggetti sacri di grandi dimensioni.
Catarsini conduce la tecnica ad affresco seguendo gli antichi e complessi metodi tradizionali e con l’uso di cartoni trasferendo cioè, mediante incisione, il disegno dai bozzetti preparatori disegnati su carta, sull’intonaco ancora umido della parete. Alcuni di quei cartoni sono esposti nel Municipio di Camaiore.
AFFRESCO DELL’ABSIDE
- L’Immacolata fra i santi Martino vescovo e Paolino, 1944, abside altezza 4 metri alla sommità, larghezza 10 metri
La scena sacra raffigurata nell’abside testimonia il drammatico e straziante momento storico che tutti stavano vivendo. La scelta di raffigurare una vicenda religiosa nel mezzo della distruzione bellica è rara e molto suggestiva.
Osservando il centro della scena, la Madonna, che tiene nella mano sinistra il rosario, scende verso di noi dalle nuvole, quasi fossero morbidi gradini; ha le vesti chiare e il volto sereno circondato da un’aureola stellata. Ad attenderla due santi: alla nostra sinistra, il vescovo San Martino in piedi di fianco verso destra segnala con la mano l’arrivo della Vergine; indossa un mantello rosso sulla veste bianca, la mitria e il pastorale; dall’altro lato il vescovo San Paolino, in piedi di fianco verso sinistra indossa un veste bianca e porta sulla spalla un mantello rosso. Tiene in una mano il plastico della città di Lucca e nell’altra un crocifisso che porge in dono alla Madonna. Dietro di loro, in secondo piano, il paesaggio è devastato dalla guerra con case bombardate e tetti sventrati; due minacciosi carrarmati color marrone stanno attraversando il paese e gli arei bombardieri sorvolano la scena.
Nella parte inferiore dell’affresco, si trovano due gruppi di persone uno a destra e uno a sinistra. Il gruppo alla nostra destra è afflitto dagli orrori della guerra. E’ composto da una donna anziana seduta su un gradino, ai suoi piedi un sacco a righe bianche e grigie contiene i suoi poveri averi di sfollata, ha il capo chino coperto da un fazzoletto color mattone e le mani conserte sul grembiule sporco. Accanto a lei, una giovane donna in piedi di profilo verso sinistra ha il viso parzialmente coperto dalla mano in un gesto di disperazione, la testa è avvolta da un fazzoletto verde e i suoi occhi guardano a terra. Un bambino si aggrappa al suo abito blu, e lei tenta di rassicurarlo accarezzandogli la chioma chiara. Alle loro spalle, un giovane uomo raffigurato in piedi di fronte ha lo sguardo perso nel vuoto. Dietro di loro un albero secco coi rami spezzati simboleggia il dramma che si sta vivendo in una realtà senza speranza.
Il gruppo a sinistra è composto da tre figure con le mani giunte in preghiera: una donna e due fanciulli. A differenza dei personaggi del gruppo a destra, questi hanno sguardi sereni e fiduciosi rivolti in alto verso la Madonna, essi confidano in lei e nella forza della fede. La donna è inginocchiata di profilo verso destra e porta una pezzuola a coprire il capo, come era in uso allora alle donne in campagna; nello stesso atteggiamento orante, ma ritratti in piedi ci sono una bambina e un ragazzo con vicino due pecore. Dietro di loro un rigoglioso albero di olivo simbolo di speranza e di fiducia in Dio.
Affresco firmato in basso a destra: Alfredo CATARSINI da Viareggio dipinse Anno Domini 1944