NOTIZIE SU SERAVEZZA

Le prime tracce della presenza dell’uomo in questo territorio risalgono al Paleolitico Medio, in seguito si susseguirono i Liguri Apuani, gli Etruschi e i Romani, ma è solo dall’Alto Medioevo che si trovano tracce storicamente documentabili.

Intorno al 570 la Versilia fu occupata dai Longobardi, che avviarono la progressiva decadenza dell’influenza romana sul territorio, definitivamente dissolta intorno all’anno Mille. Il nome Seravezza sembra derivare da un toponimo longobardo (Sala Vetitia: centro scambi commerciali), ma quella a proposito dell’origine del nome è una questione ancora oggi molto dibattuta.

La storia di Seravezza in epoca medievale è caratterizzata dalle vicende dei nobili di Corvaia e Vallecchia, denominati Toparchi, il territorio che dominavano, ricco di risorse minerarie e cruciale per i passaggi verso la costa, fu a lungo conteso fra Lucca e Pisa. I Toparchi, accettarono la preminenza pisana pur non disdegnando i commerci con Lucca, da questa ambiguità ne derivarono battaglie fra l’una e l’altra fazione, con relativi saccheggi e distruzioni. Nel XV secolo a contendersi la zona furono i fiorentini, i genovesi e ancora i lucchesi, Finalmente nel 1513 Papa Leone X con il famoso atto conosciuto come Lodo Medici fece entrare sotto il dominio di Firenze Seravezza, Stazzema e Pietrasanta e tutta la zona costiera, ebbe così inizio un periodo di tranquillità e prosperità.

La cosiddetta Versilia Medicea durò fino la 1859, in questo lungo periodo si dette impulso all’attività estrattiva marmifera e allo sfruttamento delle vene d’argento e ferro presenti nella zona. L’alta qualità del marmo richiamò artisti di grande levatura, primo fra tutto Michelangelo che nel 1518 giunse a Pietrasanta su incarico di Leone X per estrarre i marmi per la facciata della chiesa di San Lorenzo a Firenze. Michelangelo con i suoi consigli potenziò l’estrazione delle cave esistenti, facendone aprire di nuove e decise la sistemazione e l’allungamento del tracciato che dalle cave seravezzine portava alla marina, percorso conosciuto ancora oggi con il nome popolare di Via di Michelangelo. Dopo la morte di Leone X nel 1521 ci fu un periodo di stasi e solo con l’arrivo al potere di Cosimo I nel 1537 si diede un nuovo impulso all’attività estrattiva sia marmifera che del ferro con la costruzione di nuovi di impianti per lavorare il ferro, chiamati Magona e situati in diverse sedi del territorio: Stazzema, Seravezza, Ruosina ecc. Il Granduca riaprì anche la strada per le cave dell’Altissimo voluta da Michelangelo e fece inoltre costruire il bel palazzo che ancora oggi vediamo, che divenne in seguito anche villa di vacanze per i membri della famiglia medicea. Inoltre, sul un lato del fiume di fianco al palazzo fu fatta costruire una grande peschiera per le trote che all’epoca si trovavano in quantità nelle sue acque.

Alla fine del XVIII secolo la zona di Seravezza oltre che per le attività estrattive iniziò a essere conosciuta per la qualità e la salubrità del suo clima, diventando luogo amato nella stagione stiva e frequentato da diversi parenti di Napoleone Bonaparte. Negli stessi anni un alto ufficiale francese: Jean Baptiste Alexander Henraux fu scelto da Napoleone per ricercare i migliori marmi per l’Impero. Henraux scese in Toscana, prima a Carrara e poi a Seravezza dove scelse di vivere e divenne concessionario dei marmi e dei lavorati per la Francia e l’Impero. Anche dopo la caduta di Napoleone portò avanti con profitto l’azienda restando fiduciario per l’importazione dei marmi con la monarchia restaurata. La ditta Henraux è anche oggi una grande realtà lavorativa della zona.

Due bruschi arresti dell’attività estrattiva si registrarono in corrispondenza delle due Guerre Mondiali, ma è soprattutto nella seconda che la zona di Seravezza e i dintorni ha subito avvenimenti tragici, data la vicinanza della Linea Gotica, nella zona si verificarono stragi e la distruzione di interi villaggi, di opere pubbliche e di opifici industriali. Per il suo significativo contributo alla lotta di liberazione e alla città è stata riconosciuta la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Oggi Seravezza è sede di mostre, festival di musica e letterari e conserva un’autenticità ormai rara nella zona.

MONUMENTI PRINCIPALI DI SERAVEZZA

                                                                                                                                                                                                                              CHIESA DELLA MADONNA DEL CARMINE                                                                                   

 La piccola Chiesa della Madonna del Carmine si trova in via Lombardi e fu la cappella privata della famiglia Marchi che abitava nel palazzo di fronte. Eretta in epoca Barocca al suo interno si trova un bell’altare marmoreo su cui risalta un grande ovale marmoreo raffigurante la Madonna del Carmine con Gesù Bambino, San Bernardino da Siena e San Domenico. La Chiesa presenta due rosoni nella facciata anteriore e nell’abside posteriore, mentre il soffitto è ornato da stucchi decorativi tardo barocchi.

Cappella della Santissima Trinità oggi dedicata a Sant’Antonio

La piccola e raffinata Cappella seicentesca della Santissima Trinità, oggi intitolata a Sant’Antonio, si trova nel centro della cittadina e fu voluta dalla illustre famiglia Berti. Verso il 1720 furono eseguiti dei lavori di abbellimento: fu costruita la volta a botte decorata di marmi bianchi e rossi e circondata da una cornice di bardiglio; la volta fu ornata con affreschi rappresentanti l’assunzione della Vergine e la sua incoronazione da parte della Trinità. Nella parete meridionale fu ricostruito l’altare con il paliotto ornato ad intarsio e sopra al ciborio, in legno dorato ornato con le figure dei Santi Pietro e Paolo in bronzo, è posto il Gesù Bambino di Praga.

DUOMO DEI SANTISSIMI LORENZO E BARBARA

I lavori per la costruzione del Duomo dedicato ai Santi Lorenzo e Barbara iniziarono nel 1422 su un’area dove probabilmente sorgeva una chiesa dedicata ai Santi Simone, Giuda e Agata come indica un’iscrizione, parzialmente visibile ancora oggi, all’esterno della costruzione presso il campanile. Dopo numerose interruzioni dei lavori e modifiche la chiesa fu finalmente consacrata nel 1569. Nel corso dei secoli ha subito varie opere di abbellimento, soprattutto verso la fine del Cinquecento, in epoca medicea, in particolare nel periodo della granduchessa Cristina di Lorena, quando sono state realizzate le due navate laterali ed arredi in marmo tra cui l’altare maggiore ed il pulpito, attribuito a Jacopo Benti. Successivi abbellimenti ed ampliamenti sono stati eseguiti nel corso dell’Ottocento. Il duomo conserva le spoglie di Jean Baptiste Alexandre Henraux e dei suoi discendenti, oltre numerosi altari e manufatti marmorei di grande pregio.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale – durante la quale fu danneggiata da un bombardamento aereo – è stata sottoposta a interventi di restauro.

L’APUANO 

Il grande monumento situato in Piazza Giosuè Carducci è dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Opera del camaiorese Cornelio Palmerini (1892-1927) e terminato per sua morte da Pietro Bibolotti (Pietrasanta, 1885-1964) e Arturo Dazzi (1881-1966), il monumento – altezza totale 8,90 metri – fu realizzato in marmo “Bianco Seravezza” donato dalla società Henraux ed inaugurato dinanzi a gran folla il 19 maggio del 1929, giorno della Pentecoste. Rappresenta un combattente nell’atto di lanciare una pietra, sulle quattro facce della base vi sono altrettanti bassorilievi raffiguranti l’avanzata, la morte, la madre e la sposa, che rappresentano simbolicamente la lotta e il sacrificio della guerra.

PALAZZO ROSSETTI

Il grande edificio che si trova in un lato di Piazza Carducci ha assunto le caratteristiche attuali probabilmente nella seconda metà del XVIII secolo. La facciata è arricchita da cornici in marmo a porte e finestre mentre all’interno, al primo piano, il salone è abbellito da affreschi dipinti entro cornici di stucco. Il ripido giardino retrostante presenta gradoni, terrazze e nicchie di grande interesse. Nel 1876 a piano terra venne inaugurata la farmacia La Fenice tuttora esistente. Dal 1997 l’edificio è, in parte, di proprietà del Comune che ne sta ancora curando la ristrutturazione

Villa Henraux

La Villa Henraux, in stile liberty, fu costruita nel 1897 per volontà di Jean Bernard Sancholle Henraux, nipote dell’ufficiale napoleonico incaricato di occuparsi dell’attività estrattiva nelle cave di marmo in Alta Versilia, la villa era ed è circondata da un grande parco che lambiva il fiume sottostante.

Nel 1922 la villa fu acquistata da Nello Pilli, un giovane avvocato apuano, poeta di profonda sensibilità, che la trasformò nel suo nido d’amore con la principessa russa Gabriella Kourtsch De Sotva Sevrouk. Frequentata da personaggi illustri quali Giacomo Puccini, Leone Tommasi, Lina Cavaliere e da molti nobili della comunità russa di Firenze. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu occupata dal comando delle SS divenendo teatro di barbarie e violenze. Spogliata degli arredi e danneggiata dagli eventi bellici, fu venduta nel 1949 alla Congregazione delle Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore e divenne un collegio femminile per le orfane dei caduti della Marina Militare Italiana. All’interno si possono ammirare le magnifiche scale di marmo bianco ed i camini monumentali. Di notevole pregio sono anche le balaustre esterne in marmo bianco con lavorazione ad incastro, le maioliche che ornano il sottotetto della facciata ed il parco circostante che custodisce grandi alberi. Nel giardino è conservata una parte della colonna in marmo che si ritiene sia stata estratta da Michelangelo dalle cave del Monte Altissimo: destinata alla facciata del Duomo di San Lorenzo di Firenze si ruppe durante il tragitto e venne abbandonata. Oggi la villa è stata trasformata in residenza per ferie e viene tuttora gestita dalle religiose.

GAMBRINUS

Questo edificio, in via del Greco 11, è oggi sede dell’APT di Seravezza e degli uffici amministrativi del Parco Regionale delle Alpi Apuane, qui si possono trovare libri e mappe sulla città e i suoi dintorni e sui sentieri delle Apuane. Il locale è ancora conosciuto come ‘Gambrinus’, costruito nel 1912 fu sede di un salon varieté famoso in tutta la Versilia, nel corso degli anni divenne una sala per pattinare, un cinema e un teatro.

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