È stato “rintracciato” a Grosseto grazie all’interessamento di un antiquario, e presto tornerà visibile a tutti, Il grano della bonifica lucchese, il grande dipinto su tela (cm 233 x 300) che il pittore viareggino Alfredo Catarsini realizzò nel 1940 per partecipare alla seconda delle tre edizioni del “Premio Cremona”, tra le più importanti kermesse per giovani artisti provenienti da tutta Italia che si svolse tra il 1939 e il 1941 nel capoluogo lombardo.
Nonostante le dimensioni notevoli e la fama che lo aveva accompagnato anche all’estero, dell’opera si erano perse le tracce una dozzina di anni fa; ma la grande campagna di «ricerca di opere fuori circuito di Alfredo Catarsini per il loro inserimento nel catalogo generale in corso di realizzazione» lanciata lo scorso 23 settembre attraverso tutti i canali della Fondazione intitolata al pittore viareggino scomparso nel 1993 ha dato i suoi frutti. Infatti, dopo la “scoperta” di un ritratto femminile nel Museo di Anagni (RM), adesso viene reso noto che Il grano della bonifica lucchese, una delle opere più ambite di Catarsini, è stato rinvenuto in Maremma, poiché l’antiquario grossetano Maurizio Ticci per la sua personale collezione lo aveva acquisito dopo la mostra di Palazzo Mediceo di Seravezza (LU) dal titolo “La mezzadria in Toscana. Cultura della terra in Toscana. Mezzadri e coltivatori diretti nell’arte dell’Ottocento e del Novecento” (4 luglio-29 settembre) curata da Andrea Baldinotti ed Enrico Dei.
Tre occasioni per ammirarlo
Il grande dipinto di Catarsini tornerà finalmente visibile in pubblico durante una serie di appuntamenti consecutivi organizzati per l’occasione: da lunedì 3 gennaio (con vernissage alle ore 16) fino a mercoledì 12 gennaio si potrà ammirare Il grano della bonifica lucchese nella galleria grossetana dell’antiquario Ticci (dal lunedì al sabato ore 16-20, ingresso libero).
Poi da lunedì 17 gennaio, giorno del compleanno del Maestro Catarsini, sarà in esposizione alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (Gamc) di Viareggio (dal mercoledì al sabato ore 15.30-19.30; la domenica ore 9.30-13.30 e 15.30-19.30; ingresso € 8, ridotto € 4) – dove è custodito (ma non in mostra) il nucleo di una trentina di opere di Catarsini donate nel 2002 alla Città di Viareggio dai figli Mity e Orazio, mentre a Villa museo Paolina Bonaparte è visibile la ricostruzione fedele e l’archivio di Alfredo Catarsini -; per l’occasione alla Gamc sarà organizzata una presentazione ufficiale a cura dell’assessorato alla cultura del Comune di Viareggio.
Il grande dipinto resterà alla Gamc fino a marzo 2022, quando sarà traslato temporaneamente a Lucca in occasione della grande mostra di primavera dedicata alla pittura di Catarsini degli anni Trenta e Quaranta del Novecento.
Un quadro importante
Il grano della bonifica lucchese compare in una foto che ritrae il pittore durante la sua realizzazione; quella foto, involontariamente diventata per anni l’“indizio” di una ricerca, è stata pubblicata nel volume Alfredo Catarsini. L’arte vera affascinante amica, a cura di Elena Martinelli e Claudia Menichini, presentato la scorsa estate alla Versiliana da Vittorio Sgarbi e Cristina Acidini. In quell’occasione fu proprio il critico d’arte a indicare Catarsini come uno dei pittori italiani, tra quelli che parteciparono alle tre edizioni del “Premio Cremona”, da valorizzare di più perché rappresentanti un’arte fortemente innovativa.
Da parte sua il professorRodolfo Bona, sulla scheda del dipinto scrive: «Il secondo “Premio Cremona,” si tenne dal 19 maggio al 21 luglio 1940. Il grano della bonifica lucchese fu dipinto tra il 1939 e la fine d’aprile del 1940 ed è firmato in basso a destra ‘A. Catarsini’. Reduce dal successo ottenuto alla prima edizione del Premio Cremona del 1939, l’anno successivo il pittore inviò a Palazzo Affaitati di Cremona il dipintoIl grano della bonifica lucchese.L’esposizione fu dedicata a La Battaglia del grano e, anche se non vinse alcun premio, il quadro fu apprezzato sia in Italia sia alla Künstlerhaus di Hannover, dove venne esposto lo stesso anno fra i 69 quadri accuratamente selezionati fra i meno noti al pubblico tedesco, nell’ambito del gemellaggio culturale con la città della Bassa Sassonia. In anni più recenti è riapparso a Seravezza, nell’ambito di una mostra dedicata al lavoro agricolo e, perfettamente conservato, consente oggi perfettamente di apprezzare la stesura pittorica e le scelte cromatiche del pittore, caratterizzate da una pittura chiara e luminosa che si fa più solida nei piani più vicini per divenire più leggera nello sfondo. Recentemente acquistato dalla Fondazione Catarsini, nell’ambito di un più vasto recupero della produzione del pittore, può oggi essere nuovamente visibile al pubblico. Delle tre opere che Catarsini presentò al Premio Cremona, Il grano della bonifica lucchese è l’unica rintracciata, a testimonianza della generale dispersione dei quadri che concorsero al “Premio Cremona” fra 1939 e 1941 e dell’importanza della ricomparsa dell’acquisizione dell’opera».
Ora che l’opera è nella piena disponibilità della Fondazione Alfredo Catarsini 1899, dopo la doppia preview di Grosseto e di Viareggio, la presidente Elena Martinelli ne ha già previsto l’invio a Lucca per una grande mostra sull’artista viareggino che a primavera sarà curata dallo stesso Bona. Un tassello importante della produzione del pittore viareggino torna così al suo posto, permettendo a tutti di comprenderne meglio la parabola artistica.