Sabato 7 maggio, alle 17.30, Rodolfo Bona (curatore della mostra), Alberto Molinari (Presidente del Museo MACA di Anagni e Spoleto) e Gianni Garrera (critico d’arte) saranno protagonisti dell’incontro dal titolo “Alfredo Catarsini. L’uomo, lo specchio, la macchina”.

Bona prenderà in esame la produzione di Alfredo Catarsini, prevalentemente realizzata dagli anni Quaranta agli anni Ottanta e, quindi, successiva al periodo che è stato oggetto dell’esposizione che si sta concludendo a Lucca.

Proprio durante lo svolgimento di questa mostra è stato esposto il Doppio autoritratto, opera recentemente ritrovata e che consentirà di affrontare un genere, quello dell’autoritratto, che assume un particolare significato nella produzione del pittore viareggino, sia per la presa di coscienza della propria maturità artistica, sia per l’occasione che esso offre di un confronto entro la tradizione pittorica, non solo novecentesca.

Il tema dell’immagine riflessa ha sempre costituito fonte d’ispirazione nella storia dell’arte e anche per Catarsini è stato oggetto di studio, a partire da alcune sue Darsene e fonte di rinnovamento espressivo, come dimostrano le opere del suo “Riflessismo”, forma espressiva che ha caratterizzato un periodo, breve, ma significativo della sua produzione postbellica.

Come nei difficili anni della guerra, anche in questo periodo le sollecitazioni vengono spesso dal contesto e dalle circostanze che in questi decenni sono caratterizzate dal difficile e delicato rapporto tra uomo e macchina, entro il processo di trasformazione della civiltà industriale. In questi anni, Catarsini sviluppa una nuova ricerca che gli consente di inventare il “Simbolismo meccanico”, originale linguaggio espressivo con il quale rinnova una produzione che appare oscillare sempre tra innovazione e tradizione, ma che sa costantemente rinnovarsi e trovare una sua unità proprio nella centralità dell’uomo e della donna, in una concreta adesione ai fatti dell’esistenza.

A seguire Alberto Molinari tratterà la recente acquisizione di un importante e significativo lavoro di Alfredo Catarsini, l’olio su tela dal titolo Donna al lavoro del 1959. È un’opera emblematica delle ricerche e delle speculazioni di Catarsini sul nuovo mondo della macchina e della fabbrica. Per tema, fattura, congegno iconografico il dipinto offre la possibilità di comprendere a fondo l’originalità dell’impegno artistico di Catarsini, capace di essere specchio prodigioso, ogni volta, del tempo e della storia con cui si confronta.

Quindi il critico d’arte Gianni Garrera proporrà un’“indagine”  dal titolo “Dea ex machina” relativa ad alcune scelte dell’artista, per certi versi antifuturiste, dove il ripristino di assunti monumentali e mitici riguarda la rappresentazione critica del connubio tra umanità e macchina, ossia la rivelazione del “divario prometeico” (come insegna Günther Anders), che si è stabilito tra popolo e progresso. Catarsini dipinge, sotto forma apparente di “maestà meccanica”,  la sua sfiducia per ogni suprematismo macchinista, consapevole però della necessità di una coscienza tecnologica e dell’impossibilità di un ritorno diretto alla Natura. Le nozze estetiche tra umanità e macchina producono l’enfasi di una creatura ibrida e inquietante e nuove modalità di martirio per l’umanità.

Le fotografie dell’incontro