Percy Bysshe Shelley, noto poeta romantico inglese, fu anche un infaticabile viaggiatore in Europa. Nel 1822, a poche settimane dal suo trentesimo compleanno, mentre era in navigazione alla volta di San Terenzo, vicino Lerici (SP), fu improvvisamente colpito da una tempesta. Il natante si capovolse e il corpo senza vita di Shelley fu trascinato a riva a Viareggio, nelle vicinanze di quella che oggi è Piazza Shelley. Fu cremato sulla stessa spiaggia dove avvenne la sua scoperta.

In onore del poeta e della comunità anglofona, che da sempre frequenta (o ha scelto di viverci) Viareggio e la Lucchesia, la Fondazione Alfredo Catarsini 1899 organizza un incontro dal titolo Percy Bysshe Shelley e la Comunità inglese a Viareggio e in Lucchesia che si terrà domenica 20 novembre, alle ore 17, nella sala del Palazzo delle Esposizioni, in Piazza San Martino a Lucca.

«La Fondazione Catarsini – dice la Presidente Elena Martinelli che introdurrà il tema – intende offrire il proprio contributo nel bicentenario dalla morte di Shelley con uno studio originale che, partendo dall’eco che ebbe il ritrovamento del cadavere del poeta, trascinando un grande interesse per la nostra costa tirrenica, ci porta ad affrontare un tema che non è mai stato trattato approfonditamente e che riguarda le vicende legate alla comunità inglese/britannica e americana in Lucchesia e a Viareggio. Una comunità che, pur aumentando fino alla seconda guerra mondiale, poi decrebbe notevolmente a causa del conflitto bellico, lasciando tuttavia un’impronta significativa in alcuni edifici cittadini, regalando personaggi importanti e molti ricordi».

Seguirà poi l’intervento di Norma Bishop (antropologo culturale, titolare ed editore della rivista in lingua inglese Grapevine) che racconterà la vicenda di Shelley – con la ricaduta di questi eventi nell’immaginario collettivo del tempo – e in particolare dell’attrattiva che ebbe per la comunità inglese e coloro che vennero a vivere in Lucchesia, alfine di affrontare anche un parallelo con l’attuale brexit e gli effetti sugli inglesi di oggi.

Dal canto suo Mauro Pardini, storico e direttore del cimitero anglicano di Viareggio, illustrerà lo studio approfondito della documentazione conservata alla Guildhalt Library di Londra, un tempo parte dell’archivio della chiesa anglicana viareggina, che dà la possibilità di gettare luce sulla storia della colonia inglese. Dalla seconda metà dell’Ottocento infatti si costituì a Viareggio una piccola comunità inglese che spesso assumeva il significato di una sorta di un pellegrinaggio nel luogo dove fu ritrovato e cremato il corpo di Shelley e talvolta di residenza per lo svolgimento di attività economiche legate prevalentemente al settore marmifero nel comprensorio apuo-versiliese. Nel  1913 la comunità anglosassone ottenne i permessi necessari per la costruzione di un piccolo cimitero di rito anglicano tutt’oggi esistente.

Allo scrittore e regista Adolfo Lippi, membro del Comitato scientifico della Fondazione Catarsini, il compito infine di creare dei legami di natura più culturale, tra l’800 di Shelley che vide insediarsi e crescere a Viareggio e in Lucchesia la Comunità anglofona, e il “secolo breve”, quando la terra compresa tra le Apuane e il mare fu “scoperta” anche da molti altri attori stranieri.

A moderare l’incontro sarà Alessandra Trabucchi, membro della Fondazione Ragghianti, che tra un intervento e l’altro dei relatori, promette di fare dei riferimenti iconografici ad alcune rappresentazioni del territorio della costa e Viareggio in relazione alla vicenda di Shelley e accadimenti successivi in ambito artistico e letterario

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