CAMMINO – I LUOGHI DI CATARSINI

10 – PERCORSO INTERNO NELLA CITTA’ E DA VIAREGGIO A MASSAROSA

DA VILLA PAOLINA AL CAVALCAVIA

Questa parte del Cammino attraverso il cuore della vecchia Viareggio, dove si trovano le piazze e alcuni dei monumenti più significativi della città.

Dopo aver sostato a Villa Paolina e visitato l’atelier di Alfredo Catarsini si prende via IV Novembre, in direzione del canale Burlamacca, e si arriva in piazza Giuseppe Garibaldi, conosciuta a Viareggio come piazza delle Paure. La gente di Viareggio l’aveva ribattezzata così dopo che nel 1927 la piazza aveva accolto il monumento di Domenico Rambelli, realizzato con il determinante supporto di Lorenzo Viani per onorare i caduti della I Guerra Mondiale. Il grande gruppo scultoreo in bronzo di taglio espressionistico è certamente atipico rispetto alla retorica dei vari monumenti ai caduti realizzati in quegli anni, e non fu compreso dalla cittadinanza che, ritenendolo decisamente brutto, soprannominò così la piazza.

Dal canto suo Catarsini considerò sempre Viani come suo maestro ideale, e Viani definì Catarsini come il miglior pittore della sua generazione. Anche dopo la morte del maestro, Catarsini restò in contatto con la vedova, e di quel periodo nell’archivio di Palazzo Paolina si trova oggi un epistolario e diversi scritti sulla poetica vianesca.

Attraversata la piazza, si imbocca via Rosolino Pilo, costeggiando il canale verso monte e ammirando lo spettacolo dei cantieri, degli scafi in costruzione e delle piccole imbarcazioni da pesca ormeggiate alla banchina, con la luce che riverbera nell’acqua.

Catarsini ha sempre amato la darsena e ne ha scritto in varie occasioni: “…a quei giorni anch’io battevo le darsene, non cercavo imbarchi di nessuna sorta, solo le esploravo in tutti i sensi: ero un ragazzo con il cuore gonfio di passione, sentivo un’intensa attrazione per quei colori vivi, luminosi. Era una delizia vedere quei colori nelle ore serali divenire così infiammati e sprofondare nelle acque che gli facevano da specchio …”

Sul lato opposto del canale, poco prima del ponte di ferro che conduce alla Darsena, si trova il Museo della Marineria Alberto Gianni, che conserva cimeli e ricordi della grande storia dei costruttori e dei naviganti di Viareggio.

Davanti al ponte si trova la Camera del Lavoro, luogo simbolo delle lotte sindacali della città, che in origine sorgeva invece sulla grande piazza del Vecchio Mercato.

Subito dopo il ponte si apre sulla sinistra Piazza Manzoni, dove nei primi del secolo scorso le rammendatrici di vele lavoravano nella stagione estiva, e i marinai, di ritorno dai viaggi o in attesa d’imbarco, passavano a lasciare biglietti d’amore negli incavi di uno dei grandi platani che ombreggiavano la piazza. In Via Regia, quasi davanti a Piazza Manzoni, si trovava il Palazzo Comunale situato in quello che era il vecchio Casino Regio, dove ha avuto sede anche lo studio di Alfredo Catarsini fino a che i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale non danneggiarono il Palazzo che fu in seguito abbattuto.

Tornando lungo il Canale si imbocca poi via della Foce, ammirando sulla destra il Palazzo Fanucci-Bernardini Mansi del XVIII secolo, che fiancheggia il canale, e si arriva in breve alla Torre Matilde, antica struttura difensiva costruita nel ’500 dal governo Lucchese per controllare l’unico accesso al mare della Repubblica di Lucca, divenuta nel tempo simbolo di Viareggio. Di fronte alla torre si apre quella che un tempo era la piazza del mercato, oggi di Santa Maria, così descritta da Catarsini in un suo racconto:

La piazza del Vecchio Mercato, ai primi del ‘900, era luogo di riunioni di popolo, e qualche volta non pacifiche. Vi convenivano varie categorie di lavoratori in sciopero per ascoltare i capi agitatori del sindacalismo viareggino, tra i quali ricordiamo il violinista Narciso Fontanini, Ovidio Canova, detto “il Presidentino”, e anche Lorenzo Viani. In quelle occasioni, gli oratori salivano, uno per volta, sopra un tavolino collocato fuori dalla porta della Camera del Lavoro, e su quella tribuna improvvisata parlavano alla folla convenuta nelle dimostrazioni di protesta. L’ingresso della Camera del Lavoro si trovava al lato sud del vecchio palazzo del Commissario dell’antica Vicaria di Viareggio, che si ergeva presso la Vetusta Torre, e che ospitava un asilo infantile. Sopra lo stipite della porta troneggiava un cartello a forma ovale, ritagliato nella lamiera, sul quale erano raffigurati volti ossuti di uomini, dalle occhiaie incavate, dipinti dal VianiBuona parte della storia di Viareggio è stata vissuta in questa nostra vecchia piazza. Nei giorni di festa, i contadini del retroterra, dopo aver assistito alla Messa, vi si davano convegno, trattavano i loro problemi, acquistavano la sementa, gli utensili agricoli, le cipolle da trapiantare, alari per il focolare, palette per il fuoco, fornelli con griglia, e un paio di robuste scarpe di dozzina…”

Qui si teneva il 25 marzo di ogni anno la grande fiera per festeggiare la Santissima Annunziata, patrona di Viareggio.

Qui, nei pressi della Torre e della Piazza del Mercato Vecchio, si trova una piccola piazza: piazza Ragghianti dove si trova la casa natale di Alfredo Catarsini e poco più avanti possiamo visitare il Santuario della SS. Annunziata, la prima chiesa di Viareggio, che conserva sull’altar maggiore un grande dipinto di Catarsini raffigurante proprio l’Annunciazione, rifacimento della grande tela di scuola bolognese del XVIII che vi si conservava e che fu distrutta durante la seconda guerra mondiale. Il dipinto è ancora molto venerato dalla popolazione di Viareggio.

A questo punto, per uscire da Viareggio si imbocca il grande cavalcavia ferroviario che ha inizio sul lato Est della piazza.

DAL CAVALCAVIA A MASSAROSA

La via vecchia che da Viareggio va a Montramito costeggia il canale Burlamacca e poi una serie di canali e chiuse che sono parte integrante del lago di Massaciuccoli.

Sulla via di Montramito è ancora visibile sulla destra lo scorcio che Catarsini ha dipinto nel grande quadro “Il grano della bonifica lucchese” esposto nel Palazzo Ducale a Lucca, sede di partenza e di arrivo del Cammino I luoghi di Catarsini.

Questo tratto di strada ripercorre secoli di storia rappresentando da sempre uno straordinario punto di passaggio tra il mare e la viabilità interna, sia verso l’asse nord- sud che verso l’entroterra. Lo scenario paesaggistico dei primi insediamenti liguri, e poi etruschi che per secoli commerciarono nel sito di San Rocchino, doveva avere una grandissima suggestione con il lago che confluiva nel mare, con lo sfondo delle colline e delle apuane. In questi luoghi sicuramente s’incontravano ancor prima cacciatori e pescatori del neolitico.

Ancor oggi è incerta la precisa definizione della viabilità romana, se esisteva una via lungo il mare o solo quella precollinare od ambedue, ma certamente il lago era accessibile dal mare e le prime colline erano in comunicazione con il litorale, sia attraverso esili strisce di terra o i canali del palude, le famose Fosse Papiriane (canali di scolo delle acqua stagnanti) e certamente per la sua posizione strategica, il colle di Montramito, poi sede di castelli medievali e di ville signorili rappresentava un punto fondamentale di collegamento tra il mare e l’entroterra. Nelle mappe dei secoli scorsi è facile identificare una sottile striscia di terra tra le acque del padule che dal sito dove sorgeva il castello di Viareggio (già sede Salov) lungo il canale Burlamacca nella sua prima parte raggiunge il sito di San Rocchino per poi andare verso Montramito. Dove sui resti del castello distrutto dai lucchesi sorge nel settecento la villa della famiglia Trenta opera dell’architetto Giacomo Sardini, che purtroppo nel corso del tempo ha perso i suoi elementi architettonici.

Ci stiamo portando nella parte più a sud della Versilia. Le Apuane si stagliano solenni verso il cielo e laddove la montagna si muta nel morbido profilo delle colline per arrivare ad immergersi nelle acque calme del lago di Massaciuccoli, troviamo i canali che portano al lago di Massaciuccoli e che collegano Viareggio a Massarosa.

Qui il paesaggio conserva gran parte del suo fascino e del suo carattere originale con una struttura articolata da più elementi costitutivi con alternanza tra boschi con alberate tradizionali, sistemi agrari a rotazione, prati e pascoli e, sui colli, estese coltivazioni di terrazzamenti ad olivo.

Mai come in questi luoghi è evidente l’opera dell’uomo nel costruire quel paesaggio, che ora invece, è sempre più minacciato dagli incendi estivi.

La viabilità storica di Viareggio e della via di Montramito è ricca di assembramenti di case che numerose si sono sviluppate tra paese e paese, sommergendo alla vista anche le ville d’epoca che invece racchiudono tesori paesaggistici: giardini all’italiana o misti tra italiano ed inglese arricchiti da piante di bossi, rose, oleandri, pini, bouganville, aromatiche, ortensie e piante di limoni lungo le terrazze. Attorno alle ville dove nei secoli scorsi i signori lucchesi, senza allontanarsi troppo dal mare, si difendevano dalle zanzare e dalla calura estiva e ai paesi che sembrano occhi nel verde regolare ed organizzato degli uliveti, la speculazione ha addensato case che, con la loro presenza, rompono un equilibrio tanto delicato quanto elegante.