CAMMINO – I LUOGHI DI CATARSINI

Descrizione audio

7 – DESCRIZIONE DELLE OPERE A PIETRASANTA

A Pietrasanta sono esposte quattro opere: due nello spazio ARTE della BVLG e due opere sono nella sede del liceo artistico Don Lazzeri Stagi che però è in ristrutturazione e dunque non saranno esposte ma mostrate su un monitor all’ingresso in attesa di allestire una sistemazione definitiva.

Gli anni di insegnamento corrispondono ad un periodo molto fecondo del percorso di Catarsini in cui ha proseguito con maggior convinzione la sua ricerca pittorica, intraprendendo però anche una parallela e feconda attività di conferenziere, di animatore di proposte culturali e di scrittore e illustratore per La Nazione e per importanti periodici, quali Viareggio Ieri e Versilia Oggi, edito da Giorgio Giannelli.

DESCRIZIONE DELLE OPERE CONTRASSEGNATE DAI NUMERI 1 E 2 ESPOSTE NELLA SEDE DELLA BANCA VERSILIA LUNIGIANA GARFAGNANA.

  1. Aula di disegno dal vero, istituto Stagio Stagi Pietrasanta, 1954, inchiostro rosso su carta altezza 56 centimetri, larghezza 35 centimetri

Il veloce schizzo raffigura l’aula di disegno dal vero dell’Istituto d’Arte Stagio Stagi, dove Catarsini insegnava. La prospettiva dell’ambiente, le figure dei ragazzi intenti a disegnare, la figura della modella che si intravede nel fondo della stanza, la linea rapida e fremente con cui l’autore ha raffigurato l’ambiente, rende con immediatezza l’atmosfera di una scuola d’arte.

Il veloce schizzo a penna rossa raffigura l’interno dell’aula di disegno dal vero dell’Istituto d’Arte.

  1. Ritratto di alunno (Riccardo), 1968, matita su carta, altezza 40,7 centimetri, larghezza 33,4 centimetri

Una pratica tipica delle scuole d’arte è ritrarre e farsi ritrarre dai professori e dai compagni di corso. Anche Catarsini amava ritrarre i suoi allievi e l’intenso volto di questo allievo ne è una testimonianza.

DESCRIZIONE DELLE OPERE CONTRASSEGNATE DAI NUMERI 3 E 4 IN ESPOSIZIONE CON VIDEO SEDE LICEO ARTISTICO DON LAZZERI STAGI VIA DI VALLECCHIA

Essendo l’edificio in ristrutturazione, è stata predisposta una postazione espositiva provvisoria con un angolo nell’ingresso dell’edificio di via Vallecchia dedicato all’artista, attrezzato con un monitor visibile dall’esterno attraverso cui è possibile ammirare due opere che rimandano all’esperienza di Catarsini nel periodo di insegnante di disegno dal vero dal 1951 al 1968, nella sede antica che allora era in centro città.

Le opere saranno esposte al pubblico, insieme ad altre dello stesso periodo in uno spazio a lui dedicato al termine dei lavori previsto per il 2025.

  1. Alunno che scolpisce, Istituto Stagio Stagi di Pietrasanta, 1956, matita su carta altezza 26 centimetri, larghezza 22 centimetri

All’Istituto d’Arte si insegnava a scolpire il marmo. Anche in questo disegno Catarsini ritrae un suo allievo durante l’ora di lezione e lo coglie nell’atto di colpire col martello lo scalpello per incidere un pezzo di marmo. Il ragazzo è seduto sul tipico alto sedile di legno e il pezzo di marmo è appoggiato su un supporto davanti a lui, anch’esso di legno.

Raffaello Bertoli così descrive il suo modo di disegnare: “… Sapeva disegnare. Sapeva imprimere al segno comunicativa immediata. I suoi appunti a matita avevano velocità, disinvoltura, eleganza, incisività. Cercava un gesto, una piega segreta, il punto di fusione con le cose, il movimento, il ritmo. Andava e tornava col segno, inseguiva un’idea. Disegnava continuamente. A volte ripeteva lo stesso disegno, accelerando il percorso della matita, cercando di cogliere ciò che in un attimo appare e scompare…”.

  1. Nudo di donna bruna 1950, tecnica mista su carta altezza 70 centimetri, larghezza 50 centimetri

Questo dipinto raffigura un nudo di donna di tre quarti, i tratti con cui è rappresentata la figura sono forti, le linee nere che la contornano ne esaltano le forme, l’impressione che si riceve osservandolo è quella di un dipinto di grande vigore.

Dino Carlesi parlando delle figure femminili di Catarsini: “.. forme imposte dalla misura interiore di un artista che guardò il mondo senza subirlo, che conobbe le scuole senza imitarle, che rapportò sempre la realtà al suo equilibrio e al suo gusto di interprete libero dell’universo….scegliendo sempre una materia consona al dipinto, ampia nelle pennellate, quasi sensuale nella sua funzione protesa a ingentilire le forme, sempre luminose e fedeli alla loro ragione di essere , e anch’essa partecipe dell’atto creativo…”