CAMMINO – I LUOGHI DI CATARSINI

8 – IL PAESAGGIO PIETRASANTESE

Fino al XVIII secolo il paesaggio intorno a Pietrasanta era una sorta di paesaggio non completo e non consolidato dove aree palustri con situazioni idrauliche precarie separavano localmente coltivazioni intensive di orti e vigne o cerealicole.
L’allevamento estensivo avveniva su prati-pascoli umidi e asciutti posti sempre in prossimità di boschi sempreverdi o decidui, a foglie caduche.
Siamo alle pendici delle Alpi Apuane e le colline si fanno più scoscese. Ricche di boschi sono disseminate di ville e ruderi. Una bella strada panoramica collega Capezzano Monte a Capriglia e forma un anello sopra la città di Pietrasanta.
In pianura molti depositi di marmo e laboratori hanno sostituito le vecchie coltivazioni. Come nel resto del percorso in pianura permangono alberi da frutto e agrumi, soprattutto limoni.
Anche il territorio fra Strettoia, Querceta e Forte dei Marmi ha avuto per vari motivi una vocazione alla coltivazione orto frutticola: dal XVIII secolo con la graduale costituzione del paesaggio geometrico della bonifica e la messa a coltura anche di parte dei tomboli si iniziano a formare piccole aziende dotate di case coloniche e coltivate intensivamente a seminativi arborati anche irrigui con prevalenza di prodotti ortofrutticoli.
Altra fortuna ha avuto la coltura dell’olivo in Versilia e soprattutto nella Piana Quercetana dato che nella storia ha assunto rilevanza fondamentale nell’economia locale marcando anche il paesaggio con caratteristiche precise grazie alle piantagioni e terrazzamenti diffusi sia in pianura che sulle pendici collinari. 
La pianura di Querceta è stata formata dal fiume Versilia deviato nel suo corso in periodo rinascimentale dai Medici non andando più a sfociare in località Fiumetto ma in località Cinquale dopo aver formato il lago di Porta.
Le tracce dei depositi alluvionali dell’arcaico fiume Versilia si possono riconoscere in località Poggione nel comune di Seravezza prima della frazione Pescarella e su questa specie di basso altopiano, formato dai detriti del fiume Versilia, probabilmente i liguri apuani, che forgiavano e modellavano il ferro estraendolo probabilmente da Valdicastello e dalle Apuane, hanno cominciato a utilizzare i frutti dell’olivo autoctono.
Al tempo l’impiego dell’olio era solo in piccola parte destinato all’alimentazione dato che i metodi di raccolta e frangitura delle olive non erano idonei per ottenere un prodotto analogo a quello di oggi e sicuramente si doveva usare molto l’olio come prodotto per illuminazione.
La popolazione in pianura non era affatto numerosa e anzi evitava queste zone paludose e malsane, che ritroveremo anche a Viareggio. nelle quali si riproduceva la zanzara anofele causa della malaria.
Purtroppo oggi gli oliveti quercetani secolari rischiano l’estinzione: l’urbanizzazione legata al turismo sta velocemente riducendo la superficie coltivata facendo scomparire le olivete ultracentenarie e costringendo le sopravvissute in piccoli fazzoletti di terra tra le case. Oggi sono solo una sessantina gli appezzamenti coltivati a quercetano, alcuni produttori in passato hanno infatti sostituito il quercetano con ulivi più produttivi ed infatti la produzione in purezza è una rarità, realizzata da pochi olivicoltori

I PARCHI

Nel nostro percorso si trovano alcuni parchi, citiamo i tre principali: a nord il Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane, a sud il Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli e tutta la costa si affaccia sul Santuario Internazionale per i Mammiferi Marini.

Il Parco naturale Regionale delle Alpi Apuane
Dal 2012 è entrato a far parte della rete dei Geoparchi mondiali UNESCO. Questa area naturale protetta  comprende: Garfagnana (territori appartenenti alla provincia di Lucca, che si pongono nel versante interno delle Alpi Apuane), Massa Carrara (territori appartenenti alla omonima provincia) e Versilia (territori della Provincia di Lucca sul versante marittimo delle Alpi Apuane). I 4/5 appartengono alla provincia di Lucca. Inoltre nel 2003 il Parco naturale Regionale delle Alpi Apuane ha istituito il Sistema museale di archeologia mineraria delle Alpi Apuane e di interesse storico sono presenti testimonianze della Linea Gotica, delle lotte partigiane e della Seconda Guerra Mondiale, come il Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema e il Parco della Resistenza al Monte Brugiana. Sono parte del parco le famose Cave di Marmo dove si estrae anche il marmo bianco statuario, preferito da Michelangelo. La Versilia vanta una lunga tradizione alpinistica e si organizzano escursioni in ogni stagione. Dal punto di vista escursionistico, alpinistico e speleologico, le Apuane sono un territorio di pregio, ricco di sentieri, vie ferrate (quella del Monte Procinto, aperta nel 1893, è la più antica d’Italia), vie d’arrampicata e cavità carsiche, spesso minacciate dalle cave. L’Antro del Corchia richiama speleologi da tutto il mondo. Nel 2021 il C.A.I. ha proposto l’istituzione di un Parco Culturale delle Apuane.

Il Santuario Internazionale per i Mammiferi Marini (Santuario Pelagos)
Contrariamente a quanto si pensa, la Versilia si affaccia sul Mar Ligure e non sul Mar Tirreno e le acque prospicenti fanno parte del Santuario Internazionale per i Mammiferi Marini (Santuario Pelagos) come anche il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che viene considerato il Parco marino più grande del Mediterraneo perché comprende sette isole, numerosi isolotti e scogli che emergono in ampio tratto di Mar Tirreno. Il Santuario Internazionale per i Mammiferi Marini (Santuario Pelagos) è un’area protetta internazionale istituita nel 1999 grazie ad un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco, con il quale i tre Paesi firmatari si impegnano a tutelare i mammiferi marini ed il loro habitat, proteggendoli dagli impatti negativi diretti od indiretti delle attività umane. Si tratta di una superficie marina a nord del Mar Tirreno di 96.000 kmq a forma di quadrilatero, che si estende attorno alle isole dell’Arcipelago Toscano, ed è delimitata dalla Provenza (penisola di Giens in Francia), da Punta Falcone in Sardegna nord occidentale, da Capo Ferro in Sardegna nord orientale e da Fosso Chiarone in Toscana. Per la ricchezza di plancton e di vita pelagica, durante i mesi estivi c’è una straordinaria presenza di cetacei di tutte le specie frequentatrici del Mediterraneo. Viareggio nel 2012 è stata il secondo firmatario in Italia di Partenariato del Santuario Pelagos a cui aderiscono 51 comuni rivieraschi italiani. Vengono organizzate escursioni di avvistamento con partenza dal porto di Viareggio nel periodo primavera-estate.

Parco Regionale San Rossore Migliarino Massaciuccoli
È un’area naturale protetta istituita nel 1979 che tutela oltre 23.000 ettari complessivi.. Il territorio del parco si estende sulla fascia costiera delle province di Pisa e Lucca comprendendo i comuni di Pisa, Viareggio, San Giuliano Terme, Vecchiano, Massarosa e Comprende inoltre il Lago di Massaciuccoli, le foci dei fiumi Serchio, Arno e Fiume Morto, la ex tenuta presidenziale di San Rossore, le foreste di Tombolo, di Migliarino e della Macchia Lucchese, e gestisce l’area marina protetta Secche della Meloria.
Il parco è suddiviso in alcune aree principali: la Macchia Lucchese, a nord, racchiusa tra Viareggio, Torre del Lago Puccini e la costa; l’area del Massaciuccoli comprende il lago e l’area palustre che lo circonda; le vaste aree di bonifica sottratte al lago, rispettivamente nel Comune di Vecchiano e nel Comune di Massarosa. Lungo la costa vi sono le importanti tenute di Migliarino, di San Rossore, di Tombolo e di Coltano, in parte adibite ad agricoltura e in parte a bosco.
Completano le aree di gestione del parco le secche della Meloria, un importante sistema di secche, con due scogli affioranti, dotati di fondali dall’importante valore naturalistico.
Presenta varie tipologie di ambienti naturali. È prevalente l’area boschiva, infatti un terzo della superficie del Parco è ricoperta da boschi e presenta alberi di pioppo, ontano, frassino, leccio e pino 
(pino domestico e pino marittimo). Inoltre sono presenti anche dune ed aree palustri. In questi ambienti è presente una flora rara (drosere, periploche, osmunda, ibisco rosa).
La fauna annovera una ricca varietà di uccelli (oasi LIPU del parco), tra i quali: il germano reale, gli ardeidi (l’airone cenerino, l’airone bianco maggiore e la garzetta), i trampolieri, i gabbiani, le anatre e i cormorani. Sono presenti anche la poiana, il cavaliere d’Italia, il gruccione, le gallinelle e il martin pescatore. Nel bosco è facile incontrare la specie del picchio verde e rosso. È zona di nidificazione del fratino. Notevole la presenza di anfibi e rettili, tra cui la vipera.
Sono presenti un po’ tutti i pesci d’acqua dolce tipici delle pianure italiane (carpa, luccio, tinca), oltreché i pesci che risalgono i fiumi dal mare come l’anguilla e il cefalo. Questi ultimi entrano anche nel Lago di Massaciuccoli. È importante citare la presenza del gambero rosso della Louisiana, diffusosi dal lago alla palude e successivamente a tutti gli ambienti umidi, non soltanto quelli limitrofi al parco.
Nel Parco vivono anche diversi mammiferi di media e piccola taglia, tra i quali il daino, il cinghiale, il coniglio selvatico e la volpe rossa. Da alcuni anni è avvistato il lupo.