CAMMINO – I LUOGHI DI CATARSINI

4 – NOTIZIE SU SAN MARTINO

San Martino in Freddana è una frazione del comune di Pascaglia situata sulla strada provinciale che collega Lucca a Camaiore passando per il Monte Magno, vicino al fiume da cui prende il nome la valle. 

Pescaglia sorge a 504 metri sopra il livello del mare. Si trova su uno sperone orientale delle Alpi Apuane. Le attività industriali, in particolar modo quella cartaria, sono la principale risorsa economica. Il turismo è in continua espansione.

Il borgo fu fondato nel XI secolo dalla famiglia dei Soffredinghi, di origine longobarda, che dominò il borgo fino alla seconda metà del XIII secolo. Nel 1272 Pescaglia divenne parte dei possedimenti della città di Lucca che la inserì nel Vicariato di Coreglia e affidò il borgo alla famiglia degli Antelminelli e Lucca si occupò anche della costruzione di una cinta muraria per far fronte alle frequenti invasioni nemiche. Nonostante tutto nel 1440 anche Pescaglia fu conquistata dai fiorentini che attuavano le loro politiche espansionistiche. Il loro governo durò pochi anni, infatti nel 1470 Lucca conquistò nuovamente il borgo e ne fece il capoluogo della Vicaria lucchese. Lucca governò indisturbata fino all’invasione delle truppe francesi nel XIX secolo che rimasero stanziate sul territorio fino al 1814. Dopo la caduta dell’impero napoleonico il territorio tornò nelle mani dei lucchesi dove rimase sino al 1861, anno in cui fu annesso al Regno d’Italia.

Tra i monumenti di maggior importanza a Pescaglia citiamo innanzi tutto la Pieve di San Giovanni Battista, fondata nel 1102. Da vedere anche il Teatrino di Vetriano, costruito alla fine dell’Ottocento ed entrato nel Guinnes dei primati nel 1997 come il più piccolo teatro nel mondo con i suoi 70 metri quadrati.

Da segnalare il Museo di Celle dei Puccini e il Museo del Castagno a Colognora che include una collezione di strumenti antichi e moderni per la raccolta, la battitura e la molitura delle castagne.

San Martino in Freddana era all’epoca della Seconda Guerra Mondiale un piccolissimo paese costituito da   case sparse e un paio di ville che affioravano da una campagna tutta coltivata a grano, tra filari di viti e distese di oliveti e vigneti sulle colline esposte a mezzogiorno, mentre solamente più in alto, e soprattutto sul versante sud della valle, il panorama presentava, come a far da cornice, vaste pinete in pieno rigoglìo. 

Oggi, con l’abbandono dell’agricoltura, vigneti e oliveti sono quasi scomparsi e il paesaggio ha subito un radicale cambiamento, in gran parte soffocato dalla prepotente crescita di una vegetazione boschiva fatta prevalentemente di piantagioni infestanti di acacia che stringono quasi come in un abbraccio il paese, il quale però nel contempo si è sviluppato e nella parte pianeggiante è cresciuto dal punto di vista urbanistico e abitativo, profittando del fatto di essersi venuto a trovare inserito all’interno di un Comune di montagna, come quello di Pescaglia, per cui ha beneficiato delle agevolazioni di carattere fiscale che la legge prevedeva per i Comuni montani e depressi.

Così tutta la zona mediana della Valfreddana appartenente al Comune di Pescaglia, a stretto contatto con i Comuni di Lucca e Camaiore, è diventata l’unico centro attrattivo di tutta la valle, favorito dalla nuova area industriale di Monsagrati che ha radicalmente cambiato l’intera economia della valle e determinato, oltre ad un processo di urbanizzazione edilizia e di crescita della popolazione residente, anche  uno sviluppo importante delle attività del settore terziario e dei servizi in genere.

Il mutamento paesaggistico si può facilmente constatare ove si raffrontino le vedute del paese di S. Martino in Freddana scattate negli anni Cinquanta, pochi anni dopo che il pittore Alfredo Catarsini vi aveva abitato. Non è peregrino osservare che il paese ha anche beneficiato del fatto di trovarsi al centro della Valfreddana, favorito per le comunicazioni con l’esterno dall’importante Via Provinciale n.1 che collega Lucca alla Versilia e dalla strada che unisce la zona a Pescaglia e alla Media Valle del Serchio. Un’altra strada collega il paese alle colline lucchesi del versante sud come Castagnori, Vecoli e Pieve S. Stefano.

S. Martino è anche il paese la cui parrocchia con altre dodici circostanti, forma oggi una Comunità ecclesiale molto estesa, quella detta della Valfreddana Nord-ovest. 

La zona vanta infine un passato ultramillenario di storia, risalendo le prime memorie religiose che ci sono pervenute con le carte longobarde dell’Archivio Storico Diocesano di Lucca al secolo VIII.

È con il testamento di Tassilo (o Tassilone) dell’anno 768 che, tra i beni che il vir devotus lascia a vari luoghi pii, figura la chiesa di Santa Reparata in Frigdana, chiesa di cui oggi restano solo pochi ruderi di fondamenta e che era situata a poche centinaia di metri dall’attuale chiesa moderna di S. Martino in Freddana, edificio caratteristico per la facciata progettata a fine Ottocento dal noto architetto lucchese del Liberty Gaetano Orzali. Nel suo testamento, Tassilo, per indicare la chiesa beneficiaria di parte dei suoi beni, usa l’espressione: ecclesia Sancte Reparate ad monasterium Sancti Martini quondam Sicheradi, a significare che la chiesa era vicina ad un piccolo monastero o xenodochio dedicato a S. Martino che un prete di nome Sicherado aveva fondato proprio nel luogo dove ora sorge la chiesa parrocchiale di S. Martino in Freddana. Da Monasterium Sicheradi è derivato il nome Monsagrati, la cui nuova chiesa pievanale fu costruita sulla collina sovrastante la valle nell’anno 1102.

Nel versante sud della valle, già prima dell’anno mille esisteva una chiesa dedicata a San Tommaso non lontana dal castello di Castagnori, una rocca fortificata di cui restano ancora oggi molte strutture murarie soffocate però da una vegetazione particolarmente fitta. Il castello fu distrutto dai Lucchesi nel 1100 per punire i signori feudali che lo detenevano, accusati di aver complottato con i nemici Pisani.