CAMMINO – I LUOGHI DI CATARSINI

4 – NOTIZIE SU MASSAROSA

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l territorio che costituisce l’attuale Comune di Massarosa è ubicato in Versilia, al nord della Toscana. Dei luoghi, Raffaello Bertoli scrive: “Geograficamente, la Versilia è una striscia di terra compresa fra due laghi, il versante occidentale della Alpi Apuane e il mar Tirreno. A nord, il lago di Porta e a sud il Lago di Massaciuccoli
Massarosa ha una superficie di 69.25 kmq, ospita complessivamente circa 20.000 abitanti, ed è diviso in sedici frazioni tra collina e pianura. E’ situata in ridente posizione al margine della pianura litoranea, a otto metri di altitudine sul livello del mare e distante sette chilometri da Viareggio. Questo ambiente collinare si caratterizza per la continua trama degli insediamenti agricoli, generalmente di modeste dimensioni, che risultano qui il baricentro della struttura umana e territoriale.

Il Comune di Massarosa è molto esteso. Arrivando da Viareggio a sinistra dello sperone di Montramito, antico scalo marittimo, oggi proteso dalla terraferma a chilometri dalla costa, le pendici delle colline acquistano un più dolce declivio e danno un respiro più ampio alla pianura e agli abitanti delle frazioni panoramiche di Stiava, Bargecchia, Corsanico e Mommio.
A destra, lungo il percorso che andiamo a percorrere, si notano le frazioni collinari a varie altitudini come Pieve a Elici, Gualdo, Montigiano. Questo ambiente collinare si caratterizza per la continua trama degli insediamenti agricoli, generalmente di modeste dimensioni, che risultano qui il baricentro della struttura umana e territoriale.

Il nome attuale, Massarosa, suggerisce un insediamento medioevale di derivazione germanica. Il termine “Massa Grausi”, antico nome di Massarosa, deriva dall’unione del termine “massa”, vasta proprietà agricola, con il nome proprio germanico “Grauso”, proprietario del fundus. Il toponimo dunque richiama l’esistenza di una proprietà agricola longobarda, confortata da documenti che attestano la presenza di una curtis alla fine del X secolo. Massarosa possiede cultura plurimillenaria e di ogni civiltà conserva testimonianze e vestigia. A Quiesa ad esempio c’era un Monastero importante longobardo/franco attivo dal IX-X fino al 1406.

Le fasi preistoriche sono attestate nelle grotte di Piano di Mommio e dai rinvenimenti delle cave silicee situate presso il lago di Massaciuccoli. Dalla tarda Età del Ferro all’Età Ellenistica, la frequentazione umana si è caratterizzata come insediamento etrusco, sorto sulle sponde del Lago di Massaciuccoli in funzione delle rotte commerciali, attivate dai principali centri dell’Etruria meridionale verso la vicina costa francese. Dell’ Età Romana restano numerosissimi rinvenimenti, in tutta la zona compresa tra la sponda del Lago e le prime pendici collinari, oltre a due complessi monumentali, pertinenti ad una villa d’otium, di cui oggi sono visibili un piccolo quartiere, alcuni ambienti di servizio ed un imponente complesso termale. All’epoca romana si fanno risalire anche le prime opere di bonifica, le cui tracce rimangono nei toponimi, e l’uso stesso dell’olivo nel territorio; ancora oggi, la presenza e la disposizione di vecchi esemplari sembrano indicare l’antica centuriazione, quando non percorsi viari precedenti.

Gli avvenimenti tra la fine del X e gli inizi dell’XI secolo, con la costa della Versilia spesso dominata da conflitti, battaglie e incursioni, condussero alla costruzione di una serie di castelli e alla ridistribuzione del territorio tra le nobili famiglie locali. Nella medesima epoca furono edificate anche la maggior parte delle chiese.

Sul finire del XIV secolo, la Repubblica di Lucca si assicurò definitivamente il dominio di questa porzione, incluso Camaiore, lasciando Pietrasanta ai fiorentini. La divisione territoriale venne poi ribadita nel lodo di Papa Leone X del 1513. A questi fatti si può far risalire probabilmente anche il germe dell’annosa diatriba riguardo alla Versilia Storica, o Versilia del Fiume, che dura fino ai nostri giorni.

Dimore signorili di campagna, fatte innalzare quasi tutte tra il Cinquecento e l’Ottocento, per lo più da ricchi mercanti lucchesi, di riflesso ad un diverso orientamento dell’imprenditoria cittadina. Quando l’industria della seta cominciò ad andare in crisi, si intravide nell’investimento fondiario un rifugio sicuro per i consistenti capitali, accumulati con proverbiale parsimonia e previdenza. Col secolo XVII si cominciarono a costruire ville anche come luoghi “di delizia” o per ragioni di prestigio o di esibizione.

Tra le 27 da ammirare l’attuale Villa Baldini a Compignano, famosa per aver ospitato Paolina Bonaparte dal 3 marzo al 5 giugno 1815, ovvero i “cento giorni” della sua dorata prigionia.
Le ville tramandano, oggi, la storia secolare di una comunità vissuta “all’ombra” delle dimore di intelligenti e previdenti imprenditori; in nessun caso, infatti, furono costruite disgiunte dal calcolo di un soddisfacente profitto ottenuto dall’azienda agricola. Sui colli, solo i terreni più magri e meno agibili erano riservati ai boschi; nel piano, si coltivavano granaglie e orti sui terreni bonificati e riso, che un tempo deteneva il primato della qualità fra tutte le regioni risicole d’Italia, nella parte più bassa. Il resto del suolo pianeggiante non coltivato era costituito dalla palude. Non poche famiglie hanno vissuto di pesca e di caccia, un tempo abbondanti proprio in quel padule.
Al Congresso di Vienna del 1815 si deve la nascita del Ducato di Lucca, affidato alla discendenza di Maria Luisa di Borbone Infanta di Spagna, mentre nel 1861 la Provincia di Lucca comprese definitivamente nel suo ambito territoriale l’intera costa della Versilia. A tale data Massarosa faceva parte del Comune di Viareggio; l’autonomia venne poi concessa negli anni dal 1870 al 1875, che condussero all’approvazione finale dello Statuto del Comune.

In un connubio straordinario e inscindibile, i resti di costruzioni romane dell’Area Archeologica si inseriscono nel più ampio contesto del Parco Naturale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. L’area del lago di Massaciuccoli, che conserva intatta la sua naturale e selvaggia bellezza, è la più grande zona umida della Toscana; tra le più rinomate località italiane di interesse ornitologico fin dal secolo scorso, quando il maestro Giacomo Puccini prendeva parte a grandi battute di caccia alla folaga e alle anatre, oggi la sponda orientale del lago, di pertinenza massarosese, è un habitat ideale per la sopravvivenza di rare specie vegetali, oltre che una grande oasi naturale per il birdwatching, con più di 260 specie di uccelli censite e protette. L’Oasi, gestita dalla LIPU in convenzione con L’Ente Parco, è visitabile percorrendo un sistema di camminamenti a palafitta che attraversano la palude e consentono di osservare da vicino gli ambienti più caratteristici del lago.

LA DINASTIA DEI GIORGINI NELLA STORIA E NELLA CULTURA DI MASSAROSA
Massarosa storicamente ha vissuto vicende assai singolari. Infatti per oltre otto secoli e fino all’anno 1799 è stata il centro principale ed amministrativo della così detta Jura dei canonici del capitolo di Martino di Lucca, una sorta di signoria, residuo del sistema feudatario medioevale. ln sostanza una Curtis che comprendeva anche le comunità di Riceto, Gualdo e Fibbialla. Tale stato di cose cessò di esistere con l’avvento dei francesi a Lucca i quali indussero i canonici alla resa. Tuttavia, solo con un Regio Decreto del 1869, Massarosa ottenne il diritto di costituirsi in comune autonomo, e si distaccò da Viareggio insieme ad altre undici frazioni. Tuttavia proprio nel lasso di tempo tra la caduta della iura e la conquistata autonomia amministrativa, Massarosa si ritrovò al centro di interessi storici e culturali di livello nazionale. Il gran merito di ciò lo si deve alla famiglia Giorgini che si era imparentata con il Manzoni, attraverso il matrimonio della di lui figlia Vittoria. I Giorgini avevano le loro origini a Montignoso, ma il nonno, essendosi trasferito a Lucca per impegni politici, elesse Massarosa inizialmente come dimora di campagna, com’era d’uso nella nobiltà lucchese, poi anche come residenza stabile e definitiva. I Giorgini qui costituivano una piccola dinastia, unita e solidale, formata dal nonno Niccolao (Montignoso 1773 – Massarosa 1854), che per oltre mezzo secolo ha servito lo stato lucchese iniziando dalla Repubblica Aristocratica, attraverso il periodo francese, per proseguire con il Ducato borbonico, di cui fu ministro dell’lnterno e Presidente del Consiglio, fino all’incorporazione di Lucca nel Granducato di Toscana. Il suo nome è legato alla profonda trasformazione urbana della citta, alla realizzazione del grande acquedotto ideato dal Nottolini ed alla fondazione della cassa di Risparmio di Lucca. Collocato in pensione nel 1848, si stabilì definitivamente a Massarosa. Sposato, in prime nozze con Giovanna Fortini, da cui ebbe un unico figlio, Gaetano (Montignoso 1795 – Firenze 1874). In tenera età Gaetano venne adottato come paggio da Elisa Buonaparte, al tempo in cui regnava a Lucca. Lo inviò poi a Parigi per farlo studiare alla scuola politecnica dove ogni anno, straniero tra i francesi, risultò sempre il primo della sua classe. Come ingegnere idraulico si distinse per la realizzazione di varie opere, tra le quali si ricorda ancora il ponte di Castiglion della Pescaia, con un avanzato sistema di separazione delle acque dolci e marine, che porta ancora il suo nome. Chiamato poi dal Granduca di Toscana a ricoprire vari prestigiosi incarichi, si distinse particolarmente, come Ministro dell’Istruzione per le riforme delle università toscane. Sposato con Carolina dei conti Paleologo di Massa, ebbe quattro figli: Giorgio, Giovan Battista, Carlo e Giovanna. Giovan Battista (Lucca 1818 – Montignoso 1908) letterato, laureato in giurisprudenza, docente universitario fu anche un personaggio politico. Ancor giovinetto dimostrò una straordinaria vena poetica suscitando l’ammirazione di molti intellettuali del suo tempo. Frequentando a Pisa, insieme al poeta Giuseppe Giusti e ad altri, il salotto culturale di Luisa Blondel, seconda moglie di Massimo d’Azeglio, conobbe Vittoria Manzoni che sposò a Nervi il 27 settembre 1846. Era previsto che il viaggio di nozze dovesse portare gli sposi a Firenze, ma giunti in battello a Livorno cambiarono idea e si diressero a Massarosa, a casa del nonno, dove giunsero del tutto inaspettati. Citare le opere e le attività di Giovan Battista in questo contesto sarebbe arduo e non lo consentirebbero gli spazi. Giova solo ricordare che, da senatore del neonato Regno d’Italia fu nominato relatore della legge che conferì a Vittorio Emanuele II il titolo di Re d’Italia. In tale circostanza pronunciò un discorso rimasto memorabile e spesso ancor oggi citato. Per un maggior approfondimento si rimanda al Dizionario Biografico degli italiani – Treccani, vol. 55 ove si trovano menzionati anche i suoi avi sopra scritti.

Vittoria Manzoni (Milano 1822 – Massarosa 1892), figlia del notissimo scrittore e poeta Alessandro, fu certamente determinante per la crescita culturale di Massarosa sulla metà dell’ottocento, peraltro ben assecondata dal marito. La famiglia Giorgini accolse Vittoria tanto amorevolmente fino a consentirle di farsi raggiungere dalla sorella minore Matilde, già in precarie condizioni di salute. Gli anni successivi al matrimonio furono politicamente turbolenti ed i Giorgini vi si trovarono nel bel mezzo. Intanto le due sorelle milanesi da tempo attendevano che il loro padre giungesse in visita a Massarosa, cosa che finalmente avvenne sui finire dell’estate del 1852. Fatto ritorno a Milano, Manzoni non mancò mai di lodare i componenti della famiglia Giorgini, cosa che faceva molto spesso anche la giovane Matilde, nelle sue lettere e nel suo breve diario.

Parente e omonimo è Giovan Battista Giorgini (1898-1971) il bisnipote di Carlo che era stato deputato al regno d’Italia. Soprannominato Bista fu l’imprenditore fiorentino e abile uomo d’affari al quale dobbiamo la nascita della moda Made in Italy. Infatti mentre le sfilate si tenevano soltanto a Parigi, intuì la potenzialità della moda italiana, allora pressoché sconosciuta nel mondo. Giovanni Battista Giorgini prese l’iniziativa di organizzare la “First Italian High Fashion Show” presso la sua residenza privata di Firenze a villa Torrigiani. La sfilata si tenne il 12 febbraio 1951 alla presenza di sei importanti compratori americani che, come lui stesso affermò in varie interviste, si recarono a Firenze come semplice visita di cortesia. Fu il trampolino di lancio per dar vita, nel luglio del 1952, alla prima sfilata di moda nella sontuosa Sala Bianca di Palazzo Pitti, sempre sotto la regia di Giorgini.

I BORBONE IN VERSILIA

La Versilia ed il territorio lucchese presentano numerosi siti di interesse storico e culturale legati alla vita ed alle vicende pubbliche e personali dei Borbone in Toscana. Tali siti, in particolare ville di proprietà pubblica e privata appartenute alla famiglia e ai discendenti Borbone, sono dislocate principalmente nei comuni di Camaiore, Massarosa e Viareggio. Tra le ville più note, si annoverano la Villa Borbone a Viareggio, Villa Le Pianore a Capezzano Pianore, Villa La Vallina nel Comune di Camaiore sulla strada per Viareggio, Villa Corona di Conca di Sopra che Maria Luisa di Borbone acquistò come regalo di nozze per il figlio Carlo Lodovico per il matrimonio con Maria Teresa di Savoia. Inoltre La Certosa, le tenute Ravera e Picchiani, dimora di S.R.S. Alicia di Borbone, Infanta di Spagna, a Bargecchia e Villa Toscano sempre nel Comune di Massarosa. Ci sono poi vari rustici e poderi un tempo parte delle proprietà dei nobili Borbone, oggi interessati da coltivazioni o siti di interesse naturalistico.

La presenza della famiglia Borbone in Versilia. Il Congresso di Vienna nel 1815, nell’intento di continuare l’autonomia dello Stato di Lucca, dopo la caduta di Napoleone e quindi della sorella Elisa Bonaparte Principessa di Lucca e Piombino, decise di trasformarlo in Ducato, affidandolo al Duca Carlo Lodovico di Borbone nel 1815 che però, avendo soltanto 16 anni, stabilì una reggenza alla madre, Maria Luisa di Borbone Infanta di Spagna la quale, figlia di Carlo IV re di Spagna, ancora bambina, andò sposa a Ludovico di Borbone duca di Parma e Piacenza.

In tutti i casi fu stabilito che dopo la morte di Maria Luigia d’Asburgo-Lorena, duchessa di Parma e Piacenza il Ducato di Lucca sarebbe stato incorporato dal Granducato di Toscana.

La Vallina e la Villa Borbonedi Capezzano Pianore

Nel 1820 Carlo Lodovico sposò la figlia del re di Sardegna V. Emanuele I, Maria Teresa di Savoia. che, coi denari della sua dote acquistò dai conti Orsucci di Lucca La Vallina, una tenuta con un parco di 50 ettari sulla strada da Camaiore al mare e la Tenuta delle Pianore a Capezzano di Camaiore.

La tenuta che, dagli anni ottanta dell’Ottocento diverrà la residenza abituale del nipote Roberto di Borbone Parma; nel 1888 vi fece edificare, accanto a quella degli Orsucci, la sua più grande residenza ove, nel 1892 nacque la principessa Zita.

Nel 1952 la Tenuta fu venduta ai Padri C avanis

Nel 1923 la Fattoria di Stiava, acquistata da Carlo Lodovico nel 1825 dai conti Sardi, fu venduta ai Conti Toscano

Nel 1966 fu venduta La Vallina al geometra Secci

Villa Borbone a Capezzano Pianore

Il complesso della Villa Borbone delle Pianore è costituito da edifici di epoche diverse: il corpo centrale è stato costruito alla fine del XVIII secolo, mentre la parte sud risale alla fine del XIX. Nel 1964 è stata aggiunta all’edificio una nuova costruzione nella parte nord. Il corpo centrale, la parte più antica della villa, è un edificio di modeste dimensioni, frutto della ristrutturazione di un mulino venduto dalla famiglia Orsucci a Maria Teresa di Savoia duchessa di Lucca, moglie del Duca Carlo Ludovico di Borbone, che nel 1826 lo adibì a villa.

Dagli anni ottanta dell’Ottocento diverrà la residenza abituale del nipote Roberto di Borbone Parma; nel 1888 vi fece edificare, accanto a quella degli Orsucci, la sua più grande residenza ove, nel 1892 nacque la principessa Zita. Nel 1952 la Tenuta fu poi venduta ai Padri Cavanis e adesso è di proprietà del Comune di Camaiore.

Dunque i lavori più importanti avvennero dal 1878 al 1888; lavorò alla villa l’architetto lucchese Domenico Martini che, su commissione di Roberto di Borbone, nipote di Carlo Lodovico Duca di Lucca, realizzò l’imponente edificio a tre piani e le modifiche alla cappella settecentesca che riprende alcuni temi architettonici rinascimentali, come si può notare dalle decorazioni a bugne, dai timpani curvilinei sopra le finestre, e dalla pianta dell’edificio, che ha il corpo centrale rientrato.

La sistemazione del parco è opera dell’architetto e paesaggista Dechamps realizzato contemporaneamente all’edificio ottocentesco, ed è estremamente interessante: nella sua vegetazione si mescolano specie autoctone ed esotiche. Tra queste ultime vanno ricordate la ginkgo biloba, diverse specie di palme, la sequoia, il liriodendrum tulipifera, l’olea fragrans, l’os manthus ilicifolius, la maclura, la maonia.. Nel 1893 fu costruita la facciata lignea della cappella in occasione del matrimonio di una figlia del Duca di Borbone e che oggi si presenta con una curiosa facciata neo-rinascimentale, realizzata mediante una struttura in legno dipinto con un portale con architrave, timpano e una lunetta intagliata che simula le ceramiche dei Della Robbia. All’interno si trova un altare ligneo del XVII secolo, proveniente dalla cappella della secentesca villa della Rinchiostra dei Cybo Malaspina a Massa.

La tenuta Borbone a Viareggio

Maria Luisa Infanta di Spagna nel 1818 cominciò a frequentare Viareggio, amava il mare e si fece assegnare una vasta area al di là del Canale Burlamacca in mezzo alla Macchia, per allevarci una speciale razza di cavalli chiamata “Favorita”.

Nel 1819 acquistò la continuazione di quest’area, detta Frassetti, che arrivava fino al Lago di Massaciuccoli.

Nel 1820 Maria Luisa di Borbone elevò Viareggio a rango di Città, chiamò l’architetto di corte Lorenzo Nottolini per elaborare il piano urbanistico che vige tutt’ora.

Nell’area che prese il nome di Tenuta Borbone, fu eretto un Casino di Caccia, l’attuale Villa Borbone, proprio a metà del Viale dei Tigli.

La costruzione nacque nel 1822 come edificio per la caccia, a corredo del grande parco che la duchessa di Lucca Maria Luisa di Borbone aveva fatto progettare dal Nottolini per la sua reggia di Viareggio. Reggia che fu edificata ingrandendo la villa del nobile lucchese Ferrante Cittadella.

Maria Luisa non vide la fine di questo ambizioso progetto, poiché morì nel 1824.

La Villa di Viareggio, protetta da una recinzione che delimita il giardino affacciato con un monumentale cancello sul viale dei Tigli, è posta al centro di una grande tenuta a metà strada tra Viareggio e Torre del Lago. Villa Borbone è sicuramente tra i luoghi storici più affascinanti di Viareggio. Immersa nella suggestiva macchia lucchese, la sua particolare posizione ne fa un ingresso privilegiato del Parco Naturale Migliarino-S. Rossore-Massaciuccoli.

Il suggestivo contesto culturale, storico e paesaggistico del complesso, inoltre, è arricchito dalla presenza del Mausoleo dei Borbone di Parma.

L’aspetto della villa oggi è frutto di una serie di successivi interventi susseguitisi per tutto l’Ottocento. Nel 1985 la Villa Borbone di Viareggio è stata venduta da Margherita di Borbone, all’ing. Benvenuto Barsanti che in seguito la donò alla Città.

Roberto Luis Picchiani di Borbone y Borbon, che ringraziamo del contributo di notizie, risiede con la famiglia a Massarosa.