CAMMINO – I LUOGHI DI CATARSINI

10 – PERCORSO DA LUCCA A CASTAGNORI E SAN MARTINO IN FREDDANA

Uscendo dalle mura della città si percorre una breve periferia, si passa il ponte sul Serchio e si incontra sulla destra la deviazione per Diecimo, che porta a Celle di Puccini, frazione di Pescaglia, dove è il Museo Pucciniano nell’antica dimora della famiglia Puccini; qui nel 1712 nacque Jacopo di Antonio Puccini, bisnonno di Giacomo e capostipite delle future generazioni di Puccini musicisti che videro, nel giovane Maestro, il culmine della loro gloria.
Rimanendo sulla via provinciale per Camaiore che porta alla Valfreddana, dopo circa 4 chilometri da Lucca, si incontra la frazione di Monte san Quirico e sulla destra la deviazione per il Seminario Arcivescovile, sede della Biblioteca Diocesana di Lucca.
Con il suo patrimonio di oltre centomila volumi, la Biblioteca Diocesana intitolata a Mons. Giuliano Agresti si inserisce nel progetto del Polo Biblioteche Ecclesiastiche volto a valorizzare i Beni librari di proprietà della Chiesa Cattolica per promuoverne la circolazione e la consultazione anche attraverso la catalogazione elettronica che dal 2008 ne consente l’integrazione con la rete del Servizio Bibliotecario Nazionale.
Sono conservati prevalentemente libri a carattere filosofico, biblico e spirituale. Significativa è la sezione musicale  che costituisce il nucleo primario della biblioteca, con circa 2000 opere tra manoscritti e stampe a partire dal sec. XVI.
Dal 2023 ospita la donazione Elena e Gianvittorio Serralunga di 2500 volumi di Filosofia, Etica e Religione fatta in memoria di Gianvittorio Serralunga, cofondatore della Fondazione Alfredo Catarsini 1899, scomparso il 29 giugno del 2022.
Proseguendo si incontra la deviazione sulla destra per la Cappella, strada che porta a Montecatino, un colle sulla cui sommità si trova un ampio pianoro con i resti della chiesa di Santa Maria Annunziata, la torre-campanile e i ruderi dei locali parrocchiali e delle case coloniche. La storia non è l’unica peculiarità di questo luogo. Dalla cima del colle si ammira un panorama sensazionale, pur trovandoci ad una quota piuttosto bassa, sulle valli del Serchio e della Freddana, sulle Alpi Apuane e sugli Appennini, e dalla costa livornese a quella ligure e sull’arcipelago toscano. 
Sempre sulla via provinciale, poco prima di San Martino, incontriamo sulla sinistra la deviazione per Castagnori .
Ci si addentra nella strada tra i boschi fino a raggiungere la chiesa romanica di San Tommaso apostolo e i ruderi dell’antico castello, immersi nel verde.

“Il bosco da raggiungere era distante dalle loro abitazioni cinque o sei chilometri, si trovava quasi in vetta ad un colle, nei pressi di una vecchia torraccia. Ma Frustino era pratico di quelle zone, ed indicava a Nando i sentieri più convenienti per accorciare il percorso. Ogni tanto però certe erbacce bastarde e pruni secchi d’ogni sorta, costringevano i due uomini a dar di mano al pennato per aprirsi il passo. Dovevano traversare delle prunaie e Frustino, manco a dirlo, bestemmiava, Nando invece sembrava calmo, docile come un cane affezionato al padrone. Così, ad ogni minimo segnale o indicazione che Frustino dava non c’era altra cosa che prenderne atto o comunque eseguirla. La terra era asciutta, polverosa, non filtrava da nessuna roccia una goccia d’acqua. I contadini l’attendevano con impazienza; pregavano Santi e Madonne, perché quell’acqua abbeverasse al più presto possibile i loro campi”.
Da Giorni Neri, La Nave di Teseo 2022, p. 47.